A volte è più facile guardare a quello che si vorrebbe ma non si ha, che essere attenti alle necessità di chi ci vive accanto. Spesso si dà per scontato il ruolo che abbiamo come coniugi, genitori, nonni, amici senza chiedersi per davvero il significato o se quel ruolo lo assolviamo gratuitamente e con tutto l’Amore possibile, anche se questo comporta sacrificio, fedeltà alle proprie scelte, rispetto e spesso rinuncia al proprio «io» per fare spazio all’altro. Quando la casa si è svuotata, non è stato affatto facile accettare la lontananza delle nostre figlie e la modifica delle abitudini consolidate nei primi 27 anni di vita; d'altronde sapevamo fin dall’inizio del nostro Matrimonio che i figli ci sono «affidati» per restituirli alla Vita capaci di affrontarne le sfide con le proprie forze. Non vi nascondiamo che a volte la malinconia ci punzecchia il cuore, ma non è mai venuta meno la Speranza che la strada intrapresa conduca alla loro felicità, per ognuna secondo la propria storia personale, consapevoli che DIO le segue passo dopo passo come noi non avremmo la capacità di farlo. Fare spazio all’altro…essere attenti alle sue esigenze, togliersi dal centro e spostarsi lungo il bordo del cammino, magari accanto a chi sta avanzando con difficoltà ed ha bisogno di un sostegno. Ci viene da pensare a Don Milani «I CARE, mi interessa», ma anche a Giuseppe che ha accettato una paternità arrivatagli tra capo e collo, estranea e inspiegabile, eppure nonostante tutto ha deciso di non ricorrere al ripudio, ma di accogliere Maria come sua sposa per tutta la vita. Che coraggio! Che uomo! Non ha giudicato Maria ma si è calato nella sua situazione e se ne è fatto carico. Fare spazio all’altro è un po' come morire a sé stessi, lì per lì sembra di perdere qualcosa, poi invece ci si accorge di aver guadagnato una perla preziosa: la felicità di chi amiamo!!! Amare è bellissimo ma è faticoso, non dobbiamo fare grandi gesti ma assolvere nel quotidiano quelle piccole cose apparentemente insignificanti che sono le fondamenta della casa costruita sulla roccia, l’unità della Famiglia, il sale di ogni rapporto che intreccio con il mio prossimo, chiunque sia. Mi accorgo della stanchezza dell’altro? Sono capace di gesti di tenerezza? Condivido le sue difficoltà? Sono attento alle sue istanze? In altre parole metto tutto il cuore in quello che faccio? In ogni Famiglia quanta energia si spende nel confrontarsi! Chilometri di discussioni, punti di vista contrastanti ma non divisivi. Quanta Attesa prima che si delinei la strada giusta da seguire, quanta distanza coperta dal silenzio rispettoso dei tempi dell’altro! E che dire poi dei rapporti di Amicizia, quei pochi che allietano la nostra storia vincendo l’usura del tempo e le reciproche diversità? Tutto questo in sostanza è solo AMORE! Non è tanto il vedersi quanto l’essere presenti con il cuore, portare nella propria giornata il pensiero e la preghiera per l’altro e non stancarsi di farlo dal sorgere del sole al suo tramonto, è solo così che si annullano le distanze e nessun luogo è così lontano da non poterlo raggiungere. Come ogni anno prima di diffondere gli auguri natalizi il “comitato di redazione” ne ha discusso il contenuto e così anche stavolta la lettera porta la firma congiunta di tutta la Famiglia dalla quale è nata la prima volta nel 1988: segno che ci si riconosce nello stesso cammino, ognuno secondo le proprie peculiarità. Questo DIO che si è fatto carne ed è entrato nella storia di ognuno di noi, può forse dimenticarsi di chi sta vivendo situazioni in sospeso e affronta ogni giorno l’incertezza del proprio futuro?.. certo che no, ma ci chiede di mantenere accesa la fiamma della condivisione, imparando a farsi carico gli uni degli altri senza aver paura di perdere la nostra libertà o di rimetterci qualcosa. Allora un sorriso, una carezza, una gentilezza spontanea, il saper ascoltare, l’accogliere chi è diverso da noi, tutto questo può riaccendere le luci di uno splendido Natale e dissipare le tenebre dell’indifferenza. Che in questo Natale ognuno di noi avverta nel profondo del proprio cuore quella brezza leggera, quel languore struggente che avvolge anima e corpo, mentre depone ai piedi di GESU’ la propria fragilità.
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