Passa ai contenuti principali

 

 ✎💓LA MERAVIGLIOSA FAVOLA 
DELLO GNOMO DUSTIN E DELLA GNOMA ALICE



Alle mie donne

  Fra le tante cose che mi sono ripromesso di fare non poteva mancare questo libro che, insieme al Diario di Famiglia, vuole essere per ognuna di voi il percorso a ritroso che conduce alle origini della nostra Famiglia, soprattutto in quei momenti nei quali vi potrà capitare di camminare con difficoltà. 

Carlo 

                                                        PROLOGO

Per lo gnomo DUSTIN fu un’ estate memorabile quella appena trascorsa. Eccolo con la pergamena sotto il braccio uscire dall’università, dimentico dei sacrifici sofferti e con la vogli a di vivere che gli scoppia tra le mani. Nessuno credeva a questa felicità di fondo che abitava nel suo cuore: era circondato da tanto affetto e molta apprensione per il suo futuro: - Che farai DUSTIN?.. dove andrai ora? - Lo gnomo ben sapeva di essere all’inizio della sua vera vita, quella che aveva sempre sognato. Era necessario ora verificare se ci credeva fino in fondo e lui sapeva come fare. Occorreva avere il coraggio di stare da soli, di entrare nel deserto, di sganciarsi dalle suggestioni della mente e dai condizionamenti del mondo circostante. Non a caso DUSTIN aveva deciso di dare una svolta decisiva alla sua vita prima di laurearsi e così innescò la bomba e fece piazza pulita. Ogni giorno DUSTIN parlava con il suo DIO, non era un problema trovare un posto in cui isolarsi, anche la strada piena di rumore o lo scompartimento di un treno che corre via andavano bene... era convinto che non si deve aver paura di soffrire perché dal dolore nasce spesso la Gioia e la Gioia vince! - Ci sarà, vedrai ci sarà una creatura che ti aspetta da sempre e che vive da sempre dentro di te e tu in lei, la tua non è un’ idea! - Se lo ripeteva molto spesso, specie nei momenti più duri, quando l’angoscia gli opprimeva il cuore e tutto sembrava essere vuoto. Se lo ripeteva anche quella mattina quando accettò di andare per una settimana fare “lo gnomo di  campagna”.

CAPITOLO PRIMO

1.     L' inizio di un cammino

2. Solitudine

3.  Ritorno a casa

4. La Gnoma ALICE

5. Il bosco e il raggio di sole

6. Natale di luce

1.  Il cielo era coperto quella mattina, DUSTIN inspirò profondamente poi con apatia cominciò a radunare le sue cose. C’era ancora un’ ora alla partenza e si era alzato troppo presto... non che morisse dalla voglia di andare in campagna, un posto valeva l’ altro. Desiderava andarsene di lì, sperimentare cosa valeva da solo. Sì, sarebbe stato solo, non aveva voglia di cacciarsi in altre storie. Era necessario vivere nelle 24 ore di una giornata affrontando le situazioni che si sarebbero presentate, doveva smettere di fare calcoli e dare spazio al cuore. Uscito di casa si fermò in Chiesa, il sole filtrato dalle vetrate dell’altare creava all’ interno una luce quasi palpabile, un gioco di riflessi e trasparenze abbaglianti. Era così bello sentirsi immerso in quella luce, si lasciò andare a quella piacevole sensazione quando avvertì il calore di una Presenza Amica: era lì, davanti al suo DIO e si sentì amato
 - Oh Signore, sarà così che riconoscerò l’Amore, vero? qualcuno mi coglierà senza che io faccia niente...sarà una gioia incontenibile - e pianse come da tempo non faceva.  Ci pensò lo gnomo DONGIU ad interrompere bruscamente quell’ atmosfera: -Ora che ti sei liberato perché non ti trovi subito una gnoma?-  Fu come essere scaraventato in un roveto, non era possibile che anche lui non capisse, l’ Amore non si cerca come una cosa, l’ Amore è un incontro, lo si riconosce, l’Amore è dono. DUSTIN replicò con violenza ed uscì sbattendo la porta di chiesa. Massacrò furiosamente il cambio della macchina per quelle strade di campagna, se c’ era una cosa che lo faceva imbestialire era proprio il tentativo del mondo di ridurre a qualcosa di finito ciò che non può esserlo. Lui credeva a un Amore vitale, creativo, liberante e non avrebbe accettato compromessi, non c’ erano che due possibilità: o amare di quell’ amore o lasciarsi morire. Solo molti mesi dopo DUSTIN riuscì a capire che lo gnomo DONGIU lo aveva voluto scuotere come un Padre fa con un figlio e lui era veramente un Padre per DUSTIN. - Che ne pensi, ti piace?- i suoi pensieri furono interrotti dallo gnomo RUPERT che in tenuta estiva (orribile!!!) gli saltellava intorno felice. Sì, RUPERT era proprio un Amico e anche sua moglie VICTORY non era da meno. Sistemò le sue cose nella stanza degli ospiti, poi per un attimo si chiese perché fosse andato lì, un lieve dubbio...forse un flebile  sentimento...per fortuna il canto delle cicale ed il fruscio del vento tra le foglie gli restituirono il senso delle cose, la consapevolezza che DIO lo accompagnava e da quel giorno decise di non farsi più domande. Era faticoso falciare l’ erba, ramare e solfare la vigna, ma era bello lavorare in silenzio, mescolare il sudore con la preghiera. Fu proprio lavorando nella vigna che comprese meglio il significato del “Io sono la vite e voi i tralci ”: quei piccoli legamenti d’ erba sono così intersecati con la vite che non riesci a scioglierli. Arrivò dopo qualche giorno il più giovane della famiglia, lo gnomo JOHN e con la prima stretta di mano spuntò un germoglio di affetto. Era bello stare insieme e scoprire che ti puoi voler bene all’ improvviso, senza un perché; era quella la strada, DUSTIN E JOHN condividevano lo stesso tratto di strada e DIO sa quante volte questo accade nella vita! Allora era vero che l’ Amore esisteva, che non esistevano barriere, che il cuore sussultava e lo avrebbe fatto ancora. Quando si salutarono dopo tre giorni i loro occhi erano lucidi: non avrebbero dimenticato.

2. Quei giorni in campagna erano stati davvero belli. Gli tornavano in mente certi momenti di quelle giornate come quella sera quando recitarono i Vespri al tramonto. Era forte l’ abbraccio di RUPERT e DUSTIN restò volentieri ad occhi chiusi mentre quelle mani amiche gli accarezzavano il capo mentre stava tornando a casa; fermò la macchina, si appartò su una collinetta e lì si lasciò andare: -Oh Signore, non vedo la fine di questa strada eppure la voglio percorrere – osservò le macchine che sfrecciavano sulla superstrada-tornano a casa dalla moglie, dai figli che li correranno incontro, tutto ciò che non ho. Sono stanco e vorrei essere abbracciato... ce la farò ad attraversare questo deserto e in fondo alla strada non ci sarà un rantolo di morte ma il sorriso di Lei, perché la mia gnoma c’ è ed io la riconoscerò dal suo sorriso - Riprese a guidare verso casa, sapeva che avrebbe dovuto sorridere anche se non ne aveva voglia. Cominciò a fare le prove con lo specchietto retrovisore finché non trovò l’ espressione giusta: la più brutta “faccia a culo” che avesse mai visto. - Ciao , sono tornato! - baciò i suoi Genitori poi chiuse la porta della sua stanza. Un altro giorno era passato e c’ era ancora tanta strada da percorrere. Di lì a qualche giorno decise di partire nuovamente, aveva bisogno di silenzio, di un posto tranquillo per pregare. Avvertì lo gnomo CESAR e sua moglie LAURY che sarebbe andato ad Arcetri dagli Gnomi Carmelitani e che li avrebbe aspettati per il fine settimana. Suonò il campanello del convento e subito lo accolsero a braccia aperte, fu subito avvolto dal calore di quella meravigliosa Famiglia. Sognava già un periodo di quiete, non sospettava che in quei giorni avrebbe ricevuto un “biglietto da visita di DIO”! Dopo quella “visita” DUSTIN capì molte cose e cioè che  DIO ci precede sempre sulla strada, guida la storia di ognuno di noi ma non dà certezze; LUI ti chiede di credere all’impossibile, di credere che la sofferenza che stai sperimentando è già bene per la tua vita presente e futura. Una cosa è certa: se ascolti il tuo cuore, se lasci pregare lo SPIRITO che DIO ha posto dentro di te, se sei disposto a lottare fino in fondo in nome di ciò che credi e quindi entrare nel “Getsemani” senza ribellarti allora avrai la certezza di aver già ottenuto quello che chiedi   ma non ti preoccupare perché LUI sa già   di cosa hai bisogno. A questo punto Vi chiederete come mai q sta  vola è iniziata con lo “scoppio di una bomba”    ebbene Ve lo dirò in poche righe. Dustin aveva chiuso una storia giovanile con una  ragazza, badate bene ho detto ”ragazza” e non GNOMA, perché le gnome esistono solo nelle  favole d’Amore vero, proprio come quella che Vi sto raccontando, una realtà che ancora oggi potete toccare.. guardateci negli occhi e non dimenticate mai che quello che leggerete è tutto vero... si è tutto vero nella MERAVIGLIOSA FAVOLA DEGLI GNOMI DUSTIN E ALICE.

3. Passò l’ estate girovagando in qua e in là tra amici e parenti, poi una mattina si chiese: - Cosa ci faccio in giro?.. la mia vita non è qui, ora basta devo tornare a casa ed affrontare la vita di ogni giorno. Sì, sono ancora solo.- Dopo una settimana stava così male che la tentazione di scappare via era veramente forte, ma riuscì a non fuggire. Passò tante domeniche di quell’ autunno caldo da solo, una foto in qua e in là al sole che moriva ed anche lui, ormai incapace di sorridere, si stava spegnendo. Quante volte con la voce rotta dal pianto ha gridò il suo dolore al vento!.. In quel periodo aiutava a pieno ritmo suo Padre ARTHUR nel lavoro di commercialista ma non era contento. S’ imponeva di vivere nelle 24 ore, attento a raccogliere ogni situazione che gli capitasse davanti. Stava lottando ancora ma non sapeva quanto avrebbe resistito…- ho un cuore io, ho voglia di darlo a qualcuno, ho bisogno di appoggiarmi un istante sulla spalla di Lei, ma Lei dov’ è...dimmelo!-, queste erano le cose che ripeteva anche ai suoi Amici, specialmente agli gnomi MARCO e FLORY... quante volte ha trovato la porta della loro casa aperta, anche a mezzanotte!

Un giorno di ottobre ricevette un telegramma dalla Nuovo Gnomone per un colloquio, dal quale uscì non molto convinto dell’ esito. -Dottore stia tranquillo che la richiameremo, ma lei deve imparare l’ inglese! - Ci mancava anche questa, non gli andava proprio giù di rimettersi a studiare, il solo pensiero di applicarsi gli provocava la nausea. Decise per il momento di non farne di niente, tanto erano solo discorsi e non lo avrebbero certamente richiamato. Riprese a lavorare con rabbia, le giornate non passavano mai. Molto spesso si interrompeva e, quando non c’era nessuno in casa, accendeva un cero benedetto e pregava piangendo. Per DUSTIN è accaduto proprio così, nei momenti di buio è rimasta la flebile luce di una candela a tenerlo attaccato al suo sogno: - ce la devo fare, Lei non può essere solo una mia illusione...- si accasciò sul pavimento, era proprio allo stremo delle forze, ma la piccola luce continuò a brillare e fu così che quando si riprese capì che non era finita e che doveva rimettersi in cammino. Contrariamente a quanto aveva pensato alcuni giorni prima decise di imparare l’inglese. -Non ho voglia di iscrivermi ad un corso, prenderò delle ripetizioni, ma da chi potrei andare? Ah...la Gnoma ALICE è interprete e forse potrebbe aiutarmi... quando la vedrò al coro glielo chiederò.”-

4. La conosceva di vista da tanti anni perché anche Lei cantava nel coro, anzi era tornata a cantare perché era stata via per diverso tempo all’ estero, era una “Gnoma girovaga”. Quando tornò in Italia, all’ incirca un paio d’ anni prima dell’ inizio di questa favola, tutti rimasero colpiti dalla sua caratteristica più evidente: la dolcezza.  -Hai visto com’ è dolce, espansiva?-, così parlava DUSTIN con gli amici. Telefonò un giorno e fissò la prima lezione. Si avviò con passo lento verso la casa della Gnoma, era una giornata diversa quella, uno di quei giorni in cui niente lo avrebbe smosso, nessuna emozione, no. Suonò il campanello ed abbozzò un sorrisino. ALICE era stata gentile a volerlo aiutare e comunque conoscerla non gli avrebbe fatto certo male, un incontro normale, qualche ripetizione e poi...DUSTIN non poteva immaginare che avrebbe trovato una sorpresa. Lei era lì, maglione giallo senape, gonna marrone di velluto, grandi e dolci occhi. Ora che le era seduto accanto poteva guardarla bene e provò un senso di compiacimento nel verificare che ALICE era davvero una creatura affabile e distensiva.

- I am, you are, do not... - passarono due ore come due minuti, si salutarono fissando la nuova lezione per mercoledì. Si, il tempo era volato quella sera, era già buio, faceva freddo e piombò nuovamente nella tristezza. dopo cena si mise a riguardare l’inglese, gli aveva dato un sacco di vocaboli da imparare per la prossima lezione. -Che palle, ma guarda cosa mi tocca fare! - eppure continuò per un’ora a ripetere parole. Poi, infilatosi a letto, cominciò a pregare così: - Cosa chiedo , Signore. solo un sorriso per me, sentire che qualcuno mi ama per quello che sono, dammi almeno un attimo di quell’ Amore che sto cercando affinché io possa dire a me stesso che non ho vissuto invano.-

Poi scese la notte, un’altra notte insonne. Si alzò la mattina e la sua faccia riflessa nello specchio era sempre la stessa: aveva perso il sorriso e restava una smorfia. Alla terza lezione successe qualcosa di imprevedibile. Erano soliti trovarsi verso le 15,30 ma dopo un’ora e mezzo di lezione rimasero a parlare fino all’ora di cena. Era bello davvero parlarsi, si raccontarono spontaneamente tante cose. Proprio quella sera ALICE, che di solito si limitava ad ascoltare, raccontò a DUSTIN un episodio doloroso della sua vita che solo in pochi conoscevano. DUSTIN restò ad ascoltarla e attraverso quei grandi occhi di Gnoma colmi d’ infinita dolcezza ed imparò che non c’ è dolore o situazione buia nella vita dalle quale non si possa uscire fuori. - ALICE, perché mi hai raccontato queste cose?.. in fondo io sono quasi un estraneo...- e ALICE rispose : - Perché si vede che era il momento giusto e la persona adatta -. Uscì quella sera dalla casa di lei pensando che l’ avrebbe rivista solo domenica alla Messa. Gioia, sofferenza, stupore gli rimescolarono il cuore, lui sapeva, era depositario di qualcosa che apparteneva intimamente a lei, lei si fidava di lui, come era possibile tutto questo?!? Il cuore palpitava all’ impazzata, era confuso, avvertiva che era successo qualcosa di importante. -Vedo che l’ inglese ti giova, sei un po' euforico o sbaglio?!? - così gli disse lo gnomo ARTHUR ed aggiunse: - sei arrivato in ritardo!- .DUSTIN non rispose e cercò di nascondere il viso avvampato. Dopo cena si mise a studiare inglese ma non ce la fece perché la mente vagava in mille pensieri. Era cambiato qualcosa nella sua vita, quello che ALICE gli aveva raccontato gli era entrato nel cuore e si era intersecato con la storia della sua vita; aveva ricevuto un dono e pianse, ,poi si addormentò pregando per lei.

5. I giorni cominciarono a passare veloci, le giornate avevano un sapore diverso. Una mattina mentre si faceva la barba si sorprese a sorridere. -E allora?.. E’ incredibile, no, non è possibile! - scacciò subito quel pensiero sbucatogli dalla mente come un raggio di sole che all’ improvviso filtra da una nuvola. Si rifiutò di analizzarlo, doveva lavorare e la giornata sarebbe stata come tutte le altre. Lui era sempre solo, non era cambiato niente... ma quel sottile sorriso, quella debole luce nei suoi occhi riflessa dallo specchio era lì e lui non poteva ignorarla. Verso le 15 squillò il telefono: - Ciao, mi dispiace ma oggi non possiamo fare lezione, ci risentiamo magari in settimana.- - Va bene lo stesso, non ti preoccupare... ciao- e invece sì che aveva importanza perché quando riattaccò il telefono ebbe un gesto di stizza. Ormai la giornata era rotta, smise di lavorare, salì in macchina e partì sparato. Passò una settimana, poi ALICE telefonò per fissare la lezione. Uscì di casa mezzora prima e passeggiò in viale Corsica; ogni volta che trovava una castagna selvatica per terra gli ammollava una pedata e così avanti per almeno un quarto d’ ora. - Porca miseria, sono in ritardo!!! - si mise a correre e nell’ attraversare la strada una “Dyane” gli passò sopra un piede ma lui non sentì alcun male... arrivò trafelato da ALICE e le disse: -Scusami, non ci crederai, ma una macchina mi è passata sopra un piede! -, una fragorosa risata eruppe dalle labbra di ALICE e DUSTIN si sentì rincuorato. Mentre facevano lezione provò una strana sensazione nell’ accorgersi che la sua gamba sfiorava quella di ALICE. Un calore improvviso e la mente si perse in voli interstellari. Una “sonora pacca nella testa” lo riportò bruscamente alla realtà, era la Gnoma con i suoi modi “dolci e gentili”...ma soprattutto efficaci. Balbettò qualcosa poi riprese il controllo della situazione ma non riuscì a concentrarsi bene sull’ inglese. Anche quella sera si attardarono a parlare, poi sopraggiunse la mamma della Gnoma che gli disse: - Vuoi restare a cena con noi?- . DUSTIN rifiutò gentilmente ma la cosa gli costò tanto. Scese le scale come sempre ma a metà cominciò a fischiare “Oh sole mio...” ed arrivato in fondo esclamò ad alta voce: -CAZZO DUSTIN, STAI FISCHIANDO!!!-, si mise a ridere e poi riprese a fischiare in tono più alto per la strada. Il cuore era in festa ed il sorriso era tornato sul suo viso, un sorriso vivo e pieno come non aveva mai avuto. Cos’ era accaduto? DUSTIN non sorrideva più da molto tempo, era come un bosco quando la prima neve ricopre le foglie colorate dell’ autunno, quel giorno un raggio di sole si era fatto strada ai margini del bosco, la neve si era sciolta lentamente e le foglie avevano ridato colore al bosco. DUSTIN era “il bosco” e ALICE “il raggio di sole”. Per questo rideva e cantava e la sua gioia era infinita, - Si DUSTIN amava ALICE... era Lei, l’ aveva riconosciuta.

6. -Domani è l’ ultima lezione perché parto per un viaggio in Cecoslovacchia! - Eh si, ALICE se ne sarebbe andata, peccato avrebbe voluto farle gli auguri la Notte di Natale. Un pensiero gli balenò nella mente: - che cosa credevi, bischero, passerà anche questo Natale, ne passeranno tanti ...-. salutò la Gnoma con una stretta al cuore, quella volta non fischiò per le scale. Cenò in fretta e uscì di casa, passò davanti alla finestra della cucina di lei e la vide mentre stendeva i panni. Lui l’ amava e lei non lo sapeva. Continuò a passeggiare, era euforico, doveva trovare un modo per esserLe vicino... - Certo! -esclamò, - le scriverò una lettera-. All’ ultima lezione le consegnò una “lettera gialla” con l’ avvertenza di aprirla solo la Notte di Natale, c’ era scritto così: Visto com’è ingiusta la vita? C’è chi per 15 giorni se ne va a spasso per il mondo e chi invece si fa il. cesto con l’inglese. Comunque visto che è Natale e che tu non sei qui, voglio augurarti con tutto il cuore che la PACE del SIGNORE sia con te.”

La sua Notte di Natale si riempì di luci e di colori, pianse alla Messa e pregò intensamente. Quei giorni sembravano non passare mai. La mattina dell’ultimo dell’ anno si alzò di malumore.  -Che tristezza tutti si preparano a festeggiare ed io non ho voglia di niente, vorrei dormire e basta, chiudere il sipario e buona notte a tutti. Non vedo l’ora che finisca questo 1983 di merda! - Scese per fare la spesa, gettò un’ occhiata laconica alla cassetta della posta ed esclamò in tono ironico: -Guardiamo se qualcuno mi ha scritto... guarda, mi hanno scritto davvero... una cartolina in inglese??? Ah, è ALICE.- Lo disse meccanicamente ma dopo un metro schizzò come una molla. Saltava come un grillo dentro l’ atrio del palazzo, si appoggiò al muro e tentò disperatamente di tradurre lo scritto ma non ci riuscì. Comprese solo la frase “your yellow letter is still closed”, la cartolina era datata 21 Dicembre 1983.

☺Il mio primo e vero ultimo dell’anno è stato così: una cartolina in tasca tradotta con l’aiuto dello gnomo MARCO e riletta cento volte. Quella cartolina me la sono portata dietro e a mezzanotte, incollato davanti al vetro della finestra di CESAR e LAURY, l’ho stretta a me ed ho gridato con tutto l’Amore che avevo dentro - Buon Anno Patrizia, ti amo!- Sopra il tappo della bottiglia di spumante che ho sparato dalla finestra ci avevo infilato una bandierina con sopra scritto “1983 vaffanculo!”, perché vedete quando ci vuole ci vuole. C’è un particolare di qualche giorno prima che mi ero dimenticato di dirVi... un pomeriggio, breviario sotto il braccio, sono andato a trovare gli gnomi carmelitani ad Arcetri. Non c’era nessuno nella cappellina, ho recitato i Vespri e poi ho detto alla Madonna: -Oh MARIA abbi pietà di me, aiutami.- Nel breviario ho trovato un santino con la supplica alla Madonna di Lourdes ed ho chiesto la grazia - fai che PATRIZIA sia la donna della mia vita.- Quel santino è ancora nel mio breviario  e riporta la data del 7 Gennaio 1984.

CAPITOLO SECONDO

1. Il ritorno della Gnoma 

2. Lo Gnomo all’ opera

3. Come in un film

4. Il giorno dell’ Amore

5. Il silenzio e l’ attesa

  1. ALICE tornò ma DUSTIN non fu il primo a saperlo. Era domenica e non sapeva a che ora sarebbe tornata, comunque le avrebbe telefonato il giorno dopo. Passò la giornata in casa con la speranza di sentir squillare il telefono… sapeva che era assurdo ma tanto non sarebbe uscito per niente al mondo! Ripassò un po’ l’ inglese sotto gli occhi esterrefatti di ARTHUR: - Non esci oggi?.. Mah?!? - poi si allontanò ridacchiando e scuotendo bonariamente la testa. - Porca miseria…- pensò DUSTIN - ma allora si vede proprio che sono innamorato! - Dopo cena era diventato così insofferente che decise di uscire, passò sotto la finestra di ALICE nella speranza di vederla, poi suonò il campanello di MARCO e FLORY. Un sorriso sornione lo accolse: -E allora, sei contento?.. -, non riusciva a capire perché ridessero così, – ..sai l’ ho vista alla Messa ed ho pensato chissà se lui sa che lei è qui?!? – Fu un’ esplosione di gioia reciproca, si abbracciarono complici di una verità che si faceva ormai strada in modo sempre più evidente. Era bello gioire insieme, condividere la stessa attesa. La mattina successiva attese con impazienza lo squillo del telefono , riguardò tutti i suoi esercizi di inglese fumando come un turco poi all’ improvviso il telefono squillò…-Sono io!- , - Ciao, bentornata, come stai? Come?.. sì…sì.. ci vediamo oggi pomeriggio… grazie!!! -. Esplose di gioia, camminò un po’ sul soffitto… era bella la sua voce, era dolce come sempre, allora la sua “yellow letter” Le aveva fatto piacere. Chissà se si era accorta del suo Amore…ma non era possibile, ALICE era così semplice ed ingenua, trasparente come l’ acqua di una sorgente. A pranzo mangiò pochissimo, si rasò e si inondò del suo profumo “Lacoste”. Dio mio quanto tempo era passato dall’ ultima volta che l’ aveva vista. Ora che le sedeva accanto sentiva ritornare in se la vita… la tristezza per quella breve separazione e la gioia profonda di rivederla erano due cose talmente reali che DUSTIN non ebbe più dubbi e pensò : - Sì, ti amo, sei tu la persona che ho sempre atteso… mi ci gioco la vita che sei tu, me lo leggo nel cuore e allora forza DUSTIN tira fuori la tua grinta, spiega le ali e riprendi a volare!-

☺Proprio così, le scelte importanti si fanno ascoltando il cuore e non la mente (conviene   o non conviene?), perché l’amore non e’ ragionamento e calcolo, l’amore non lo abbiamo inventato noi e non abbiamo alcun diritto di modificarlo a nostro piacimento... non ve lo dimenticate  mai.

2. Era tempo di muoversi, molte emozioni gli si agitavano dentro vorticosamente, ma era necessario darsi un criterio prima di mettere in gioco la propria vita. Si guardò dentro e decise così: -Amo ciò che ti può fare libera. Ti sarò sempre accanto, rispetterò i tuoi silenzi e gli spazi, i tuoi tempi diversi dai miei, non userò violenza o sotterfugio, non cercherò il mio tornaconto ma solo la tua felicità. Ricercare la verità, è questo l’ Amore in cui credo e per questo Amore vivo e sono pronto a morire ogni giorno.- Ogni volta che le portava i soldi per la lezione (6000 lire erano una vera miseria) era solito unirli ad un bigliettino con qualche frase seria o spiritosa, -Li sto conservando tutti...- disse ALICE a DUSTIN e lui ne fu molto felice. Un giorno decise di rompere gli indugi e le disse: - C’ è un bello spettacolo al Teatro Comunale, vorresti venire con me?- Alle cinque del mattino era in fila per acquistare i biglietti ma dopo circa quattro ore di coda fu messo fuori il cartello “TUTTO ESAURITO”. - Ma non è possibile? Ora come faccio? Dove la trovo un’ altra occasione? - Telefonò alla Gnoma, era sconsolato ma fu ancora lei a sorprenderlo con la sua semplicità: - Non importa, andiamo al Cavour, c’ è un film da Oscar s’ intitola Carmen Story!

3. Era una sera d’ inverno umida e fredda e minacciava di piovere da un momento all’ altro. Nel pomeriggio era andato a comprarsi un giaccone di panno della Marina Yachting veramente ganzo. Era la prima volta che uscivano da soli ed era molto emozionato. Fu un film veramente tremendo, un’ ora e mezzo di tacchi battuti sul parquet, altro che candidato all’ Oscar!!! Ma per DUSTIN non aveva importanza, nel buio della sala accanto a lei stava vivendo la sua ora d’ Amore. Avrebbe voluto sfiorarle in qualche modo la mano, ci pensò un poco e lo fece –oh scusami!- le disse con il cuore in gola, attento a non tradire l’ emozione... meno male che era buio altrimenti ALICE avrebbe visto il luccichio dei suoi occhi. Il film stava per finire e DUSTIN pensò : -Sono appena le dieci ed è già finito tutto, vorrei portarla in qualche posto a bere qualcosa ma non saprei dove... poi dopo un film così sarà scocciata e vorrà andare a casa.. peccato che vada a finire così... però è stata una serata veramente bella.- All’ uscita del cinema li accolse una pioggia torrenziale, DUSTIN si sentì morire ma invece ALICE esordì dicendo: -Non ho voglia di andare a casa, perché non andiamo a bere qualcosa?- DUSTIN impazzì di gioia, si lasciò guidare verso la birreria Il Fauno ma per fortuna era piena zeppa ( questo lo pensò dopo). Allora la Gnoma propose di andare a Fiesole al Bar Falli. Il locale era semi vuoto, si sedettero al tavolino accanto al vetro gocciolante, ordinarono due cioccolate calde e ALICE fumò la sua seconda sigaretta dell’ anno. Era passato da poco Natale, parlarono del viaggio in Cecoslovacchia, poi DUSTIN le chiese della “lettera gialla”, poche parole, un sorriso profondo -Mi ha fatto piacere.– disse ALICE. -Sono contento di essere qui con te. - rispose DUSTIN. Come gocce sul vetro appannato scorrevano negli occhi di Dustin i fotogrammi dell’ Amore nascente

 4. Dopo quella sera meravigliosa tornarono ancora in quel bar di Fiesole. Quel sabato pomeriggio s’ incontrarono alle cinque, ALICE era stranamente nervosa e disse : -Scusami, forse è meglio se torno a casa!- ma non lo fece. DUSTIN mise in moto la macchina e partì senza una meta precisa. Un silenzio di piombo scese nell’ auto, ALICE aveva lo sguardo assente, lontano chissà dove, un’ ombra di tensione ,qualcosa che non si poteva afferrare.

☺Non sono facili le “regole dell’Amore”, non c’è dato di poter capire sempre, ma ci è chiesto sempre di amare e molto spesso nel silenzio. Dove la mente si ferma, ha inizio il buio ed è a questo punto che devi andare avanti con il cuore. Non è una scelta razionale, è l’Amore che DIO ha posto dentro di noi che ti conduce per quella strada: oltre il buio e la paura che provi ritroverai la luce.

-Perché non ti rilassi? se vuoi dirmi qualcosa io sono qui, coraggio!- -Ci ’ ho pensato tutto il giorno, non so se faccio bene, ma voglio dirti una cosa.. però non lo so se. .. - Non voglio sapere niente che tu non voglia dirmi. -Per la prima volta la vide tremare poi ALICE aprì il suo cassetto segreto” e... non ha importanza sapere cosa si dissero i due gnomi, perché ogni Amore ha i suoi segreti ed i suoi tempi per svelarli , l’ importante è cogliere quel che accadde allora e cioè che ALICE aveva deciso di “affidarsi” a DUSTIN per condividere il proprio vissuto.J

☺Non crediate che  non si soffra. L’Amore punta dritto al cuore ed esige una risposta certa, senza esitazioni. Quel giorno ALICE consegnò a DUSTIN, che accolse, la verità delle cose vissute e di quelle presenti, E’ un giorno che non dimenticheremo mai, io l’ho amata ancor prima di conoscere la sua vita, ho sentito che la sua vita passata, presente e futura, era la mia vita ed ho trovato a trent’anni la ragione della mia esistenza! Vi auguro che nella vita sappiate essere come Lei una creatura pura, docile, coraggiosa, amante della verità, con un cuore grande, grande, grande. Quando leggerete queste pagine saranno passati diversi anni ma siate certe che niente in noi è cambiato, che l’Amore è lo stesso di sempre. 

5. Glielo avrebbe voluto dire subito che l'amava, sarebbe stato così facile ma dovette affrontare una prova molto dura di umiltà e sottomissione alla volontà di DIO. -Devi verificare se sei interamente libero da quello che hai vissuto prima, non puoi buttarti in una situazione che  naturalmente ti appare piena di luce!- così gli disse lo gnomo LEOPOLD della Casa di Orazione dei Carmelitani Scalzi di Arcetri. Fu veramente arduo non ascoltare il proprio cuore che lo avrebbe spinto a prendere l’ iniziativa: doveva aspettare che fosse lei. Il cuore pulsava all’ impazzata per la Gnoma e tanta era la voglia di buttarsi a capofitto in quegli occhi luminosi; che il cervello gli diceva di non perdere tempo a cercare chissà cosa nel proprio passato. In realtà avvertiva dentro di sé la sottile paura di scoprire che forse non era libero come diceva di esserlo. Era necessario verificare con se stesso che nessun’ ombra, rimpianto, pensiero o sensazione lo tenesse in qualche modo legato al suo passato. Non lo aveva più fatto, ma in fondo al suo armadio c’ era una scatola con dentro tante lettere, foto, tutte cose che aveva vissuto. Cominciò a sfogliarle con calma, lesse per un pò di tempo indugiando su ogni cosa e fu felicissimo di non provare alcuna emozione, né rimpianti o desideri. Niente, c’era solo la consapevolezza di aver vissuto un’ esperienza legata ad un periodo della sua vita che gli sembrava appartenere “ai tempi dell’ asilo!”. Era libero, libero di amare con tutto sé stesso. Fu così che con enorme soddisfazione vuotò il contenuto della scatola in due sacchi della nettezza, così come si fa con i giornali vecchi che non sai perché hai conservato. Per quanto non facesse niente per mettersi in contatto con ALICE, lei riusciva sempre a contattarlo per uscire insieme. Una domenica pomeriggio tornando da Vinci ALICE gli disse: -Mi dici tante cose in modo così crudo che per mi fai stare male . Quando torno a casa però mi sento leggera.- Era un segno in più che quella era la strada giusta, perché DUSTIN parlava veramente in modo diretto, non trascurando niente di ciò che poteva riguardarla. Ti sei mai fermato a guardare una rosa coperta di brina? Se tu guardassi quelle gocce in controluce ti accorgeresti di come scindano la luce in tanti colori. Lo vedi come una piccola cosa può contenere un infinito così meraviglioso? Tutto questo ed anche di più era quello che DUSTIN vedeva in ALICE. La gente l’ aveva etichettata come la tedesca dal cuore freddo”... che cazzata!!! : non esiste un cuore così aperto come il suo, pieno di capacità d’ amare, pronto a vibrare. Ogni giorno ALICE gli confidava qualcosa della sua vita e DUSTIN si sentiva penetrare profondamente da tutto questo: - Dolce Amore mio se tu potessi leggere in te tutto l’ Amore che hai, se tu potessi vedere quanto io ti amo. Dimmi, potrai mai accorgerti di me, fermare le tue mani sul mio viso, credere ad un Amore così che sia capace di vincere le ombre che hai dentro? Fa che sia io e solo io a condividere ciò che di te non ami, ciò di cui hai paura. SIGNORE fa che sia io a dare luce ai suoi giorni, volo ai suoi sogni. Che la mia vita si spenda per la sua felicità.- così pregava DUSTIN. Fu così che decise di tornare da LEOPOLD, ormai aveva le idee chiare, non poteva più attendere. La Gioia premeva da ogni parte ed era giunto il momento di mettere le carte in tavola. Ma lei cosa avrebbe pensato? Cosa sarebbe successo dopo? Forse sarebbe finito tutto e lui stavolta sarebbe impazzito per davvero. Per un attimo rimase agghiacciato, poi si scrollò di dosso i cattivi pensieri - Ma perché non credere a questa Gioia spontanea e gratuita che sentiva dentro? La verità non ha mai fatto male a nessuno e l’ Amore che sentiva gli imponeva di gridarla e poi... non poteva ingannarla, lei aveva il diritto di sapere chi aveva davanti , perché ogni giorno gli confida la sua vita. No, non poteva essere un amico, DUSTIN voleva porre la vita nelle sue mani, questa era la verità che sentiva e per la quale aveva sofferto, DIO sa quanto nel ricercarla.

CAPITOLO TERZO

1. L’ attimo che ha preceduto

2. Un’ esplosione di Gioia

3. Una lezione d’ Amore

4. E arrivò primavera

1. In meno di due mesi aveva scritto dieci canzoni d’ amore. Le canzoni nascevano così in modo spontaneo, camminando per strada, mangiando oppure nel mezzo della notte, il cuore partiva all’ improvviso e, in un batter d’ occhio nasceva una canzone. Era davvero una cosa straordinaria se si pensa che DUSTIN riusciva a scrivere non più di due canzoni all’anno e tutte di carattere religioso. Di queste canzoni ALICE conosceva soltanto “Va’ “, lui la scrisse in una notte e gliela cantò il sabato successivo sui prati di Villa La Pietraia. -Se non trovo lavoro me ne vado via!- disse un giorno la Gnoma. - Se lo vuoi davvero, vai, ma devi sapere cosa cercare, non puoi partire così senza sapere cosa vuoi. Vai, rincorri il vento ma ricordati che tu sei così come sei qui con me, mescolando un sorriso e un non so. - Prima di cantargliela DUSTIN si chiese con quale diritto poteva dirle queste cose. Lui l’ amava e non poteva tacere, ALICE gli aveva parlato della sua vita ed era giusto che lui le dicesse cosa sentiva. Una cosa era certa: se ALICE fosse poi partita, lui avrebbe taciuto il suo amore per lei. No, non glielo avrebbe detto, era una prova in più che l’ amava e che voleva rispettare la sua libertà, era disposto a giocarsi la vita per lei. -Grazie! Ci penserò. - rispose ALICE dopo aver ascoltato la canzone. Niente era trapelato del suo Amore, tutto era andato alla perfezione ed ora non restava che attendere la decisione della Gnoma e rimettersi nelle mani di Dio. 

2.Trascrisse le dieci canzoni su una carta da lettere con sopra disegnato un Pierrot. Tutto il suo Amore, tutte le cose più vere della sua vita erano concentrate in quelle canzoni. Più le cantava e più si convinceva: - Devo dirglielo, non importa cosa mi risponderà, non ho paura di come potrà reagire-. Nel libretto scrisse quest’ introduzione. Cara ALICE, o se preferisci, Dolcissima Gnoma, lascia che ancora una volta dia spazio a questa mia Gioia. Mi capirai, lo so, se ancora una volta gioco con Te. Voglio raccontarti una storia, una storia incredibile!!! Tu ami la Verità, ricordi? Non temere, non ti farà male, fidati di me. Ed ora se sei pronta, ma solo se lo vuoi, apri il mio cassetto e volta pagina”. “IS IT LOVE?” era la prima canzone! La seconda domenica di Marzo accompagnandola a casa le disse: -Ti dispiace se oggi usciamo da soli?.. avrei bisogno di parlarti-. ALICE accettò ma stavolta senza sorridere, anzi dai suoi occhi traspariva un’ evidente ansia.

☺Nella vita siamo sempre troppo preoccupati di ricercare il momento giusto per dire la Verità, ma quando riuscirete a superare la paura vi sentirete libere come un gabbiano nel cielo. Allora guardate bene negli occhi la persona che avrete davanti per capire se quella che state vivendo è un incontro con l’Amore!

Tornato a casa DUSTIN mangiò frettolosamente, poi accordò la chitarra, suonò qualche canzone, pregò prima di uscire e via... incontro all’ avventura più fantastica che uno gnomo possa vivere. -Dove andiamo?- chiese ALICE. -Ti porto al Golf dell’ Ugolino, è un bel posto.- 

In macchina parlarono del più e del meno, faceva freddo e il tempo minacciava pioggia. Passeggiarono per un po’, poi risalirono in macchina e DUSTIN finalmente si decise. Prese la chitarra dal cofano e si sistemò sul sedile posteriore di Smile , la sua Renault 5 GTR blu oceano. Dopo aver letto l’ introduzione, cominciò a cantare con il permesso di ALICE. C’ è modo e modo per dire Ti amo ad una persona , lui lo fece cantando con il cuore che gli scoppiava di Gioia: quello fu il primo giorno da gnomo libero della sua vita! Quando finì di cantare Alice ora era pallida e tremante e dopo un lungo silenzio disse: -Io non lo avevo capito ed ora non so cosa rispondere...scusami. - Allora DUSTIN riprese: -Voglio ringraziarti perché tu sei l’ unica persona che mi ha dato la possibilità di essere libero come non lo sono stato mai. Tu hai saputo ascoltare. Ti ho detto queste cose perché sono vere e non perché volevo una risposta.-. Era ormai buio quando ripartirono, spinsero anche la macchina di un automobilista in panne. Lungo la strada ALICE ruppe il silenzio:-E ora che sarà? Dammi tempo.-. -Tutto il tempo che vuoi.- rispose DUSTIN. La sera si colorò di luce e una lacrima furtiva divenne mare... che giorno, che Gioia, non lo “dimenticherò” mai.

3. Quella domenica di sole avrebbero preferito andare a fare una passeggiata, ma lo gnomo DONGIU aveva fissato un concerto al pensionato S. Giuseppe di Sesto. DUSTIN era teso, aveva una gran voglia di stringerla a sé e darle un bacio. Anche ALICE era molto nervosa ed infatti durante il tragitto d’ andata discussero con toni così alterati che DUSTIN sbottò: -Era meglio se te ne stavi a casa, anche a me non va di andare a questo concerto, cosa credi!- Poi si dette mentalmente del cretino per aver reagito in quel modo, ma anche lui era nervoso e per la prima volta insicuro sul da farsi. Erano così profonde e vere le cose che le aveva detto la settimana prima e tale era stata la gioia di averlo fatto, che si era così accresciuto in lui il desiderio di manifestarglielo anche fisicamente con un bacio vero. Non era solo il desiderio di baciarla in sé e per sé, era Amore che gli scoppiava dentro, era una cosa più forte della sua volontà di voler aspettare... come la schiuma dello spumante che fuoriesce dal bicchiere e non puoi fermarla. Certamente dopo lo spettacolo l’ avrebbe riaccompagnata a casa, era nervosa e non sarebbero andati fuori a cena, ne era sicuro, e invece… -Non voglio andare a casa, andiamo a cenare in qualche posto. - così lo smentì ancora una volta. DUSTIN mise in moto Smile, ovviamente dandosi dell’ imbecille, e si diresse verso Monte Morello. ALICE era distesa, il nervoso di prima era solo un ricordo e DUSTIN tentò di affrontare il discorso. -Vorrei dirti una cosa, ci possiamo fermare?- Era tutto così chiaro e semplice, l’ avrebbe teneramente baciata. Il paesaggio era bello e romantico, ma quando ALICE gli chiese cosa aveva da dirle lui scivolò su un argomento banale, poi rimise in moto la macchina per andare a cena. S’ incazzò con se stesso, la paura aveva avuto la meglio. Dove era finita la sua forza e la verità delle cose che sentiva? Perché tremava come un bambino? Aveva davvero paura di perderla per un bacio o aveva paura di non saperla baciare?!? Cenarono a quel ristorante dopo il Vecchio Ranch, la sera stava per terminare e lui non era ancora riuscito nel suo intento.. Sulla via di ritorno ALICE gli chiese di allungare la strada passando per Cercina. DUSTIN sussultò nel profondo, era quella un’ altra occasione per vincere finalmente le sue assurde paure. Cominciò a sorridere ma anche stavolta non ce la fece. Risalirono in macchina, guidò nervosamente senza proferire parola, poi in viale Morgagni accostò bruscamente la macchina di fronte alla Casa dello Studente e la baciò in modo infantile e frettoloso: uno squallore straziante! ALICE sbiancò all’ istante e prese a tremare. -Ti ha dato noia o sei rimasta delusa?- Non lo so, non ci capisco più niente.- DUSTIN si sentì morire, l’ aveva persa forse per sempre.-Non volevo, non così, perdonami. Non sono queste le cose che ho dentro, non volevo farti soffrire , né mancarti di rispetto.- Mise in moto la macchina per riaccompagnarla a casa, era la fine di un sogno ma al primo semaforo la mano di ALICE si posò sulla sua. -No grazie, non voglio compassione!- e con un gesto secco le allontanò la mano. Restarono seduti in macchina davanti al portone di casa;   DUSTIN ripensò alle canzoni che le aveva scritto a tutte quelle cose che era riuscito a distruggere in un attimo a causa della sua stupida e infantile paura. -Allora buonanotte- disse ALICE aprendo la portiera della macchina e nel sollevare un pò la testa per salutarla incontrò le lebbra di ALICE che lo baciò come lui non era riuscito a fare!!! Rimase inebetito per almeno cinque minuti assaporando il sapore delle sue dolci labbra. Quella notte si addormentò tardissimo, c’ era troppa luce! Il giorno successivo si svegliò ancora incredulo. Lavorò blandamente ripensando a quello che era successo. Lo aveva baciato per amore o per compassione? Doveva vederla, guardala negli occhi, solo così avrebbe ricevuto risposta ai suoi dubbi. Uscì di casa dirigendosi a passo veloce verso il fioraio, comprò una rosa e la fece mettere in una scatola trasparente con una bella coccarda. Ed eccolo lì che passeggia apparentemente tranquillo sotto casa della gnoma. Certo sarebbe stato imbarazzante incontrare i genitori di lei, non voleva dare alcuna spiegazione, tanto cosa c’ era da spiegare, cosa volete che ci faccia uno gnomo con una rosa in mano?...aspetta la sua Gnoma , no?!?. ALICE arrivò verso le 18,30 a bordo della sua HAPPY Dyane. Con passo veloce DUSTIN si avvicinò tentando di nascondere la rosa. -Ciao, che ci fai qui?– -Volevo darti una cosa.- - E’ per me? E’ bellissima! – Si è per te, scusami per ieri sera-. Era bello vederla sorridere, fecero qualche passo verso casa poi ALICE disse: -Mi hai fatto male ieri sera ma io non ci penso più. Lo guardò con due occhi enormi, sorrise di nuovo e prese a salire le scale. Quella notte DUSTIN scrisse questa canzone. 

💓"18 Marzo 1984 Mi insegni nell’ amore soltanto perché esisti  perché non spezzeresti mai un sorriso e una lacrima è come il mare per te. M’ insegni nell’ amore che inseguo sai da sempre hai raccolto tutto di me con “quel bacio” abbracciandomi come nessuno ha fatto mai. Io per te morirei, si io  l’ amore quando mi dici che “ti ho fatto male poi mi chiedi “come stai”.. io non ci penso più” mi ringrazi per un fiore poi sorridi e te ne vai.  M’ insegni nell’ amore quanto ti affidi nelle mie mani perché mi offri semplice la tua docilità trasparenza che abbaglia più del sole sai." 💓

4. Nella piccola stanza dell’ ospedale di Massa faceva molto caldo, seduto sul bordo del letto mostrò la foto di ALICE alla gnoma PIERRINE, sua madre. -E’ bella, vero?- Con la voce indebolita di chi ha subito un intervento al cuore rispose: -Che viso dolce che ha!- Guardò l’ orologio, erano le 14,30 e calcolò di essere a Firenze in un’ ora... eh correva u po’ troppo sull’ autostrada , ma Smile era davvero vispa e la voglia di tornare non conosceva limiti di velocità!. Nei suoi spostamenti si portava sempre la foto di ALICE appoggiata sul sedile accanto a lui. Come previsto arrivò a Firenze in orario. Verso le 19 telefonò ad ALICE. -Ciao, sono tornato, quando ci vediamo?- Fissarono per la mattina successiva, ALICE doveva andare dal dottore e comprare un paio di scarpe. Uscì di corsa seguendo un pensiero fulmineo, non aveva molto tempo ed i negozi stavano per chiudere. Sbirciò un paio di vetrine poi comprò un sottilissimo braccialetto d’ argento: ALICE non lo avrebbe rifiutato e in ogni caso valeva la pena di correre il rischio. Il giorno dopo era una bella giornata di primavera, dopo un paio di negozi ( si fa per dire...) trovarono l’ articolo giusto. Si diressero poi verso l’ ambulatorio del dottore, il tempo scivolava via e non aveva ancora trovato l’ occasione per darle quello scottante pacchetto. Giunti in Piazza Madonna glielo dette, ALICE gli chiese di metterglielo subito, ma lui non riuscì ad agganciarglielo... non ci vedeva bene!!! Mentre se ne tornava a casa, sballottato dal tram e ancora felice per come erano andate le cose, si rese conto di essersi dimenticato le chiavi di casa nella borsa di ALICE: ma le aveva dimenticate davvero? Meno male che in casa c’ era suo fratello. Nel pomeriggio ricevette la chiamata di un cliente  per  un  lavoro  urgente che suo padre, lo gnomo ARTHUR, non aveva potuto svolgere. S’ immerse nel lavoro, sfornò chilometri di carta dalla calcolatrice, controllò fatture su fatture fino a perdere la cognizione del tempo. Lo squillo del campanello di casa lo fece tornare alla realtà. -Chi sarà che rompe le palle a quest’ ora?- e con fare molto contrariato andò ad aprire la porta di casa. -Tu!!!.?- esclamò come se gli fosse apparso un angelo ed infatti era proprio così, perché ALICE era davanti ai suoi occhi. -Mi fai entrare o devo restare qui?- con il cuore in gola la fece accomodare.- Lo sai che sei proprio rintronato? Hai lasciato le chiavi di casa nella mia borsa!- -Ah Sì?!?- rispose DUSTIN con aria candida e rimase a guardarla incantato con il cuore che batteva impazzito: mantella grigia, jeans neri, golf a maniche larghe grigio e nero, scarpe nuove e finalmente soli. La portò nella sua stanza, la fece sedere sul divano e le cantò una canzone nuova. Dalle fessure delle persiane gli ultimi raggi di sole filtravano all’interno un’aria calda e pacata. La guardò in silenzio, i grandi occhi di ALICE erano incredibilmente vivi e pieni di luce. Allora senza alcuna esitazione le disse: -Dopo tutto quello che ci siamo detti ed è successo fino ad ora, sento che oggi non è un caso che tu sia qui. Lo sai che sto aspettando una risposta da te. io so che hai voglia di correre da perché allora non lo fai?- e così detto la baciò intensamente.. Le braccia di ALICE lo  strinsero, ansimarono fino a confondere i propri respiri in un solo alito, i denti a mordersi le labbra delicatamente, e così nel tramonto della sera spuntò magicamente l’ alba dell’ AMORE. DUSTIN aveva 30 anni, era il 23 Marzo 1984, il primo vero giorno di primavera della sua vita.

CAPITOLO QUARTO

1. Il compleanno di DUSTIN 

2. Il primo regalo 

3. Il filo d’ erba

4 . Un nuovo cammino

 5E spezzarono il pane

1.  Il primo giorno dopo “il primo giorno di primavera” andarono a trovare gli gnomi CESAR e LAURY che, al pari degli gnomi Marco e FLORY, avevano vissuto fin dall’ inizio questa meravigliosa storia. Gli Amici avevano partecipato intensamente e con gioia a tutti gli evi. Quante volte avevano telefonato per chiedergli notizie in anteprima! Per non parlare poi dell’ entusiasmo che s’ impadronì di FLORY: lo sapete che lo gnomo MARCO cominciò a notare che sua moglie aveva ripreso a truccarsi?!?. Cose fantastiche, c’ era stato un coinvolgimento emotivo eccezionale, un chiacchierare alacremente sulla coppia del secolo. Insomma nessuna stava più nella pelle, si voleva sapere come sarebbe andata a finire. Dov’ eravamo rimasti?.. ah si, prima di suonare il campanello ALICE disse: - Sono un po’ emozionata, ho un po’ di timore”, ma DUSTIN la rassicurò spiegando che questi Amici sarebbero stati veramente felici ed infatti fu proprio così. Tutti nascosero la propria commozione tra i fumi di una tazza di te. Qualche giorno andarono a mangiare una pizza da Pit Stop con CESAR e LAURY e DUSTIN ricevette il primo regalo da ALICE, Una cassetta di Cat Stevens (promessagli il mese prima) ed un meraviglioso biglietto che diceva così:Al mio gnomo preferito. Caro Amore, non importa se sai già qual’ è il regalo, perché quello che conta è il bacio che l’ accompagna”. Non è incredibile, non è splendido un amore così? Dopo cena s’ avviarono tutti e quattro verso la casa di MARCO e FLORY per festeggiare il compleanno di DUSTIN e il loro Amore. “Finalmente!” esclamò MARCO con un bel sorriso, tutta la famiglia era stretta attorno a loro. Mangiarono il dolce e bevvero lo spumante, quanto calore, quanto affetto in quegli abbracci. ALICE indossava un delizioso vestitino scozzese grigio e rosso con un collettino di pizzo bianco, era bellissima! 

2. Il sabato successivo furono invitati a cena da MARCO e FLORY. Sulle scale di casa furono accolti dai due gnometti SIMON e FRANCIS. Si sedettero a tavola e come di consueto dissero la Preghiera. Fu una cena deliziosa: risotto alla zucca gialla, rotolo di carne e tirami sù, anche se non ce n’ era bisogno, perché la felicità era così grande da far volare. Non era una serata normale in casa di Amici, era come essere in famiglia, comunicarsi e condividere quell’ amore che non delude mai e che ci unisce gli uni agli altri... GESU’. E’ incredibile ma è così, basti pensare che tra ALICE e MARCO correvano quasi 20 anni e che si conoscevano solo da pochi giorni , eppure era spontaneo condividere profondamente una realtà così incredibile. Che tenerezza provarono quando SIMON e FRANCIS regalarono loro il primo album per raccogliere le foto. Tuttavia il regalo più significativo che ricevettero fu una lettera accompagnata da una pergamena.. Seduti attorno al tavolo DUSTIN incominciò a leggere ma già fin dalle prime righe era difficile non commuoversi. Quella lettera descriveva a chiari tratti la strada percorsa. L’ abbiamo riletta spesso e siamo grati a quei nostri genitori adottivi per averci scritto così:    

Quale fantastica coincidenza quella del tuo 30° compleanno e della fioritura dell’ Amore tra te e Patrizia. Ringraziamo il Signore mentre ringraziamo te dal più profondo del cuore, di averci fatti partecipare , noi indegni genitori adottivi, a questa esplosione di Gioia incontenibile e contagiosa. Il Signore ha certamente pensatoi a te e Patrizia dall’ eternità, Vi ha sottoposto ad una preparazione del tutto speciale, che ha rappresentato le vostre vite fino a questo momento . Non c’ è dubbio che la vostra storia e la vostra unione saranno un preciso punto di riferimento, una testimonianza preziosa, un annuncio d’ Amore per tutti coloro che vi conoscono e vi conosceranno. Ciò che quest’ Amore per voi ci suggerisce, prima di ogni altro sentimento, è un’ esortazione a Voi, che nello stesso tempo è preghiera al Padre: CHE SIATE SEMPRE COSI’ COME SIETE OGGI! Questo è il senso della pergamena che vi consegniamo e che Vi preghiamo di conservare a ricordo di quest’ occasione.” Quella pergamena è sempre stata appesa alla parete della nostra casa. 

3. Certo non fu facile per ALICE lasciarsi andare all’ Amore, basti pensare infatti che dopo il primo bacio disse stringendosi a DUSTIN: -Ho paura.- Quella paura che non si può spiegare, improvvisa, indefinita. Questa era ALICE ed amarla voleva dire amare le sue ombre, i suoi “non so”. DUSTIN sapeva che ci sarebbero state occasioni in cui avrebbero sofferto, momenti in cui lui non avrebbe capito e avrebbe dovuto amare in silenzio, a tutti i costi, aspettando e rispettando la libertà interiore di ALICE. L’Amore è così, non sufficiente che nasca, occorre anche e soprattutto costruirlo insieme giorno per giorno. A riprova di ciò prestate attenzione a quanto leggerete tra poco, perché quella che parlerà adesso è proprio lei, la gnoma ALICE, 19 mesi dopo il “primo giorno di primavera.” “Caro Amore, solo tu hai saputo aspettarmi ed avere la pazienza e la tenacia di farmiv aprire piano piano il cuore, fino a farmi finalmente respirare a pieni polmoni. Ora le cose sono cambiare anche se questo spirito di avventura” non si è ancora del tutto placato, perché in fondo anche lui fa parte di me, come i miei momenti di smarrimento, di allegria, di sfiducia…ora infatti ho te che riempi le mie giornate. Ti giuro che non avrei mai creduto di potermi innamorare così di te. Sei stato tu che giorno dopo giorno mi hai plasmata standomi vicino. Sii dunque orgoglioso di te stesso e del tuo modo di essere e di una cosa ti raccomando: non cambiare mai, io ti voglio così come sei.” Tra le infinite qualità ALICE ha sempre avuto quella di riuscire in modo sintetico a spiegare il senso delle cose. DUSTIN non è così bravo, lui ha bisogno di parlare, parlare… ma se non ci fosse ALICE lui sarebbe perso; lei è la sola depositaria del suo cuore. ALICE e DUSTIN sono come un filo d’ erba che il cemento non riesce a soffocare o come un’ onda che frange sullo scoglio. Quante volte camminando schiacciamo un filo d’ erba, certo si piega, soffre ma con la prima pioggia torna eretto e più forte di prima. Così è la vita nella quale non è risparmiato di soffrire, di vedere calpestati a volte anche i nostri sogni, ma la certezza di amare e che qualcuno ti ama è come la pioggia che rinvigorisce l’ erba del prato. Tante volte DUSTIN si è rivolto a DIO dicendo: -Perché Signore la vita di ogni giorno è così dura da offuscare in noi la consapevolezza della tua Grazia? Dal profondo del cuore ascolta la mia preghiera: che la sua vita sia la mia, il suo dolore sia il mio, il suo pianto le mie lacrime, la sua debolezza la mia forza, la nostra gioia il Tuo abbraccio. Fa che io riesca ad essere per lei un esempio di Gioia perenne, portatore di questo entusiasmo e coraggio di vivere che mi hai messo nel cuore.-

☺Non dimenticatelo mai, non c’è tristezza che non trovi poi la sua gioia, né affanno che non sia condiviso da Qualcuno. Non abbiate paura di soffrire nella vita, perché la paura è la peggior nemica dell’Amore e la tentazione di cederle accompagna sempre la vita di ogni uomo. Se dunque volete camminare nella via dell’Amore insieme a noi che vi precediamo, armatevi di coraggio e pregiamo insieme:

💞Signore, a questo meraviglioso mosaico che da sempre hai pensato per noi e che componi ogni giorno, mancherà sempre qualcosa, perché non ci dimentichiamo mai che non è potere dell’ uomo il dirigere i suoi passi. Ma tu ci dai, Signore, la possibilità di riempire ogni giorno questo frammento mancante con il Tuo Incredibile Amore. Amen.”  Non è facile costruire insieme, non lo sarà mai e gli gnomi lo sanno bene. Luci ed ombre, gioia e sofferenza, angoscia e pace…-Che il nostro Amore sia sempre così! ..Non cambiare mai, ti prego! Io credo in te.- si ripeteranno spesso. Ancora oggi siamo qui come un’ onda che frange sullo scoglio, un filo d’ erba che spunta dal cemento.

4.  Come per Natale anche per Pasqua ALICE sarebbe partita per andare in Friuli dalla nonna. - Devo andare è tanto che non vedo la nonna e poi ho bisogno di staccare da qui.- DUSTIN comprese e in tutta risposta decise nel suo cuore di farle un regalo per il loro primo mese d’ Amore. Era molto emozionato quando quel pomeriggio entrò dal gioielliere. Voleva regalarle degli orecchini ma sarebbe stato capace di scegliere?.. in fondo era la prima volta che regalava una cosa preziosa. Davanti a quei panni di velluto pieni di luci il cuore cominciò a fibrillare. -Questi, questi vanno bene!-, uscì dal negozio quasi con aria furtiva stringendo quel pacchettino tra le mani, non camminava, volava a un metro da terra. Era la Settimana Santa e il martedì dopo cena aspettò ALICE davanti alla chiesa per andare insieme alla Liturgia Penitenziale. La vide arrivare da lontano con passo trafelato, avvertì che qualcosa non andava ed infatti…-Basta non ci torno più a casa, non ne posso più!-. Ma cosa era successo? Tutto può riassumersi in poche parole: i suoi genitori ostacolavano il loro Amore, sognavano per ALICE qualcosa di diverso: -Ma non vedi com’ è basso. E poi è brutto, non ha soldi e fra l’ altro è un riciclato, nessuno l’ ha voluto!-. Non si fermarono qui e di cazzate” ne dissero tante e per diverso tempo. A DUSTIN non gliene fregava niente, lui non ha mai provato rancore per i genitori di ALICE, non sopportava però una cosa:non avevano il diritto di farla star male così. Perché non si erano preoccupati di chiederle se era felice e perché? Era successo quello che ALICE aveva previsto e da quel giorno DUSTIN non sali più le scale della sua casa, l’ avrebbe aspettata in strada. Quante volte ha sentito sbattere la porta di casa e ALICE è scesa con gli occhi lucidi di pianto o il volto tirato! E’ una realtà della vita, ogni conquista va sofferta. Quanto accaduto ebbe risonanza, ci fu molto stupore, disapprovazione, ironia, tanto rumore, ma quella era la strada dell’ Amore segnata da quell’ ostacolo di cui non si capiva il senso. Per gli Gnomi cominciò dunque un nuovo cammino fatto di attesa, speranza, contraddizioni, sofferenza; -Coraggio ALICE, ce la faremo!-, si strinsero forte e quella sera passò.

5. Era Giovedì Santo, nella sacrestia della chiesa DUSTIN si preparava alla messa in Cena Domini. Nemmeno a farlo apposta lo presero in giro dicendogli: “Le tuniche sono troppo lunghe per te, perché non ti metti quelle dei chierichetti?” Anche se non ne aveva voglia s’ infilò nella tunica bianca che gli avevano preparato. Era la prima volta che faceva l’ apostolo, sarebbe stata un’ occasione per partecipare più intensamente a quella Messa, per pregare DIO affinché questa Pasqua portasse la Pace e la serenità nei cuori. -Che lei non soffra più, Signore, comunque sia fatta la tua volontà sarà il meglio per noi -. Pregò così per tutto il tempo, ALICE sarebbe arrivata quasi alla fine della Messa dato l’ orario di lavoro. Con un occhio guardava alla porta d’ ingresso e con l’ altro scrutava tra la gente finché non riuscì ad individuare la famigli a di ALICE. -Eccoli lì, tutti alti e belli, eh si, sono veramente alti, quasi perfetti. E’ una bella famiglia, felice, senza problemi né di salute né di soldi.- Volse lo sguardo a cercare suo Padre, lo vide: era invecchiato e triste, stanco per il peso di una vita che non era mai stata facile ed ora anche l’ intervento al cuore di PIERRINE…povero ARTHUR e DUSTIN pianse, pianse di tenerezza per quel Papà divenuto ormai bambino. Fece la Comunione e si raccolse nuovamente in preghiera fino ad estraniarsi da ciò che lo circondava. Finita la Messa spezzò il pane benedetto che gli avevano dato e disse ad ALICE: - Portalo alla tua famiglia in segno di Pace, questi sono i miei auguri di Buona Pasqua-. Gioì intimamente mentre ALICE si allontanava con il pane in mano, era bello camminare insieme e lottare così uniti. La sera dopo cena si recò in chiesa per l’ Adorazione Eucaristica animata da canti e preghiere. Una di queste era toccata a DUSTIN, era la prima preghiera scritta sul loro Amore, un inno di Gioia e di ringraziamento. Come al solito ALICE arrivò in ritardo ( Lei è sempre in ritardo…) ma appena in tempo per ascoltare la preghiera.“Signore GESU’ sii paziente ancora una volta con me e ascolta la mia preghiera. Dammi di celebrare l’ Eucaristia della Resurrezione nella Gioia improvvisa che mi hai Donato, nel sorriso di lei ( questo non lo disse a voce alta) ed io ti seguirò, Signore avvolto di luce, per le strade che vorrai”. ALICE comprese subito ed infatti mezzora dopo, seduti dentro Smile disse: - Non me lo aspettavo, non so come non ho fatto a piangere. Ho i brividi addosso… è come se la pelle non mi bastasse.- Tenendola per mano DUSTIN le consegnò il regalo: -E’ per me..- disse ALICE convinta che nient’ altro avrebbe potuto esserle regalato in quella sera così speciale e invece -Sai mi dispiace andare via, non vorrei lasciarti solo.-, disse Alice con due occhi enormi, dolci e lucidi, poi suonò la Pasqua.

CAPITOLO QUINTO

1. Nubi

2. Giorni di libertà

3. Un’ estate importante 

1. L’Amore non è solo e sempre luce ma è anche ombra, fatica, attesa fiduciosa, paura improvvisa, voglia di scappare. E’ necessario imparare a camminare anche quando non ci si vede, guidati solo da ciò che è in fondo al cuore: la Fede, la volontà di amare, sono le cose che ti permettono di andare avanti, di non lasciare le cose a metà, ovviamente è la mano di DIO che ci guida E’ una situazione che si ripeterà più volte questa, non perché ALICE e DUSTIN siano qualcosa di particolare, è così per tutti. Si passa inevitabilmente per l’ unica porta stretta possibile, cioè per il bene della persona che si ama, nel rispetto dei suoi tempi e della sua libertà. I genitori di ALICE continuavano ad ostacolare il loro amore, ALICE stava molto male e accusava tensione, sbalzi di pressione e mal di stomaco. Fece anche una radiografia all’apparato digerente, bevve 2 boccali di bario ma non risultò  niente, a parte la battuta del medico -Signorina con lo stomacone che si ritrova sarebbe più conveniente farle un vestito anziché invitarla a pranzo!.- DUSTIN aveva capito che si trattava di un problema interiore. La grande sensibilità di ALICE le impediva di vivere con serenità il loro Amore. Si vedeva che soffriva e quante volte DUSTIN ha letto nei suoi occhi la voglia di scappare via lontano da tutto e da tutti. Lo sguardo perso nel vuoto, i muscoli del volto tesi, era come trovarsi di fronte ad un muro e non poterlo superare. -Cosa posso fare per aiutarti?-, ma la risposta spesso era un interminabile silenzio. DUSTIN era lì, sentiva che quello era l’ unico modo per aiutarla. Infatti un giorno che andarono a passeggiare sulle montagne pistoiesi al ritorno ALICE gli disse: -Grazie, non avevo dubbi che mi avresti aiutato con la tua presenza silenziosa.- Si abbracciarono più forte che mai e calò la sera. L’ Amore esige fedeltà ed è un esercizio quotidiano utile e necessario. Momenti duri come quando ALICE, qualche tempo dopo gli disse: -Forse me ne vado via.- senza aggiungere altro. Allora DUSTIN le rispose - Vai ma fallo al più presto perché prima vai e prima ritorni.- Non era un gioco di parole lui era convinto che ALICE avrebbe trovato da sola le sue risposte e dopo sarebbe stata in grado di fare le sue      scelte. Momenti veramente di piombo, ma se DUSTIN ritornasse indietro li rivivrebbe nello stesso modo e non cancellerebbe niente di ciò che lui ed ALICE hanno vissuto. Perché vi chiederete? Perché ALICE ha sofferto prima di incontrare DUSTIN, perché DUSTIN non ha mai dimenticatoi quel giorno che ALICE ha avuto più fiducia in lui che in se stessa ed ha saputo leggere nel suo cuore, perché ALICE gli parlò di “un cassetto ancora chiuso” e lui capì che un giorno lo avrebbero aperto insieme. 

2. Era solo in quel periodo, infatti PIERRINE era in convalescenza a Livorno; ARTHUR faceva il pendolare e suo fratello era all’ ospedale perché era stato investito da una macchina sulle strisce. Lavorava con entusiasmo, era un’ esperienza tutta nuova quella di poter disporre del tempo e dello spazio a suo piacimento. Molto spesso la sera non mangiava sedendosi a tavola, bastava una mela un pezzo di formaggio da rosicchiare, non aveva tempo per lo stomaco, era così felice!- Come sarebbe bello se potessi mangiare insieme a lei, vivere nella stessa casa…- così pensava tra un lavoro e un altro. Dolcemente la primavera stava cedendo il posto all’ estate e un giorno di Maggio decise d’ attendere ALICE all’ uscita dal lavoro. ALICE fu contenta di quella sorpresa, gli occhi vivi nascondevano una gran voglia di ridere, c’ era qualcosa di nuovo nell’ aria e DUSTIN lo sentiva.   -Devo dirti una cosa… una bella notizia… i miei Genitori vanno via per 15 giorni..- Splendido, fu com’ essere catapultato in mezzo al sole, cominciò a saltare come un canguro, l’ incredibile s’ era avverato. Furono giorni meravigliosi. ALICE era molto brava a cucinare, fece un soufflé buonissimo e poi prima  di mangiare pregavano insieme. Com’ era bella quella libertà e com’ era dolce restare abbracciati sul divano. Era un assaggio di vita a due, la possibilità di verificare se era possibile costruire qualcosa insieme. In quei giorni indimenticabili DUSTIN si liberò dal “timore del sesso” che fino ad allora non era riuscito a vivere con semplicità.

👀Vedete DIO ha creato tutte cose buone, tra queste c’è anche il sesso, la ricerca legittima  del piacere attraverso il dono del proprio corpo all’altro. Sono felice solo se ti sento felice, se ti sento vibrare come le corde di una chitarra. Il sesso è conoscenza, espressione, è liberare e sentirsi liberato, è un’esperienza che congiunge l’umano al divino. Il sesso dunque non è una vertigine o un qualcosa da bere in fretta con avidità. 

Fu così che una sera la Gnoma gli disse: - con te non provo vergogna alcuna…- e questa verità fu molto più toccante delle carezze.

3. Vi furono molte discussioni in casa di ALICE: -Tu non ci vai in campeggio!- , avevano deciso infatti di andare con un gruppo di amici in Calabria. Urli e strepiti, pianti e schiaffi anche quella fu una prova. ALICE s’ impose ai suoi Genitori ma loro posero una condizione: - NON DORMIRAI MICA IN TENDA CON QUELLO LI’ , VERO???- Quando partirono alle 4 di mattina DUSTIN sentì una gran botta all’ uscio. Questa vacanza era la prima occasione nella quale avrebbero vissuto ogni giorno accanto e si sa che tutto può succedere… ci si può anche non trovare, tutto era da verificare ma era così fantastico correre incontro alla verità. DUSTIN scalò di marcia e aumentò l’ andatura, c’ erano molti chilometri da percorrere. Fu un viaggio terribile, lunghe code sotto il sole cocente. ALICE dimostrò subito la propria intolleranza e si ammutolì. E’ incredibile come le persone si conoscano anche e soprattutto attraverso le reazioni che manifestano in situazioni normali e quotidiane. Il puzzo del diesel davanti e lo scarico del camion di lato rendevano davvero insopportabile il viaggio. DUSTIN sudando come una spugna. pensò: -Maremma come sei impaziente Gnoma mia. Ma brava e allora che dovrei dire io che sto guidando da stamani? Non mi fai rabbia ma tenerezza e poi più ti guardo e più mi scappa da ridere, speriamo che tu non te ne accorga-. Avrebbe continuato ancora a pensare ma fu distolto da una mano leggera che gli detergeva il sudore dalla fronte con un fazzolettino profumato. Come DIO volle giunsero al campeggio verso le 23,30. Gli amici (si fa per dire…) che erano partiti qualche giorno prima non si dettero molto da fare per aiutarli a montare la tenda. DUSTIN batteva con violenza sui picchetti, era stanco ma non intendeva ragioni, non avrebbe perso neppure un minuto d’ intimità con ALICE. Oplà, ecco fatto, fece una bella doccia (ghiacciata!!!) e stanco ma felice chiuse la cerniera della tenda. Si abbracciarono sotto quella piccola volta di cielo, DUSTIN era emozionantissimo e sebbene fossero stanchi continuarono a volare…. Molte cose dovevano ancora accadere ed infatti la mattina dopo ALICE esordì con queste parole: -Mi dai per favore la tua roba da lavare?- Lui rimase allibito, pensò che i suoi calzini puzzavano davvero e le mutande non erano proprio candide. Ebbe un moto istintivo di vergogna e rimase lì impalato. -Ma che hai sonno?- lo incalzò ALICE - allora me la dai sta’ roba?!-. Gliela consegnò senza guardarla in faccia, poi quando lei si allontanò gli calò una lacrima. Il caso volle che nell’ arco della giornata DUSTIN macchiò la maglietta che indossava, per cui la sera disse ad ALICE: -Potresti lavarmi la maglietta domattina?– -Eh no ieri ho lavato io, domani tocca a te! -Le chiese subito scusa spiegandole che lui non aveva nessuna intenzione d’ approfittare di lei, era molto imbarazzato: -chissà cosa avrà pensato di me, che stronzo che sono!- La mattina dopo prese anche i panni di ALICE e si avviò al lavatoio. Mentre versava il sapone nel catino pensò: - Che imbecille sono stato, è giusto che oggi sia io a lavare, ma guarda belline queste mutandine rosa…- mentre immergeva le mani nell’ acqua gli arrivò una sonora pacca tra capo e collo -Scemo, faccio io!-, e in un sol colpo divenne più alto di almeno dieci centimetri... il che è tutto dire!!! Dormire insieme? No, non è facile, bisogna anche imparare a farlo, insomma l’ Amore è una scuola dove non si finisce mai d’ imparare. Non avevano infatti un comodo materassino matrimoniale ma due “salsicciotti” larghi sì e no 3 piedi. Decisero di unirli e di usare un sacco a pelo come coperta e potete immaginare chi si appropriò della coperta. Il terreno della piazzola era leggermente in discesa per cui la mattina si ritrovavano sempre ammucchiati dalla parte opposta della notte ( non che a DUSTIN la cosa dispiacesse…), per non parlare poi dei lividi che ALICE si procurò a causa di certi picchetti conficcati nel terreno sotto il pavimento e delle russate di DUSTIN: insomma un macello! Seguirono altri giorni meravigliosi ma troppo presto giunse quello della partenza. Non tornarono subito a Firenze ma si fermarono un giorno a Roma dagli gnomi BETTY e LUCY, sposini novelli. Fu molto bello stare con loro e vedere come erano riusciti a sistemarsi. Vivevano in una sperduta periferia, in uno di quei palazzoni di cemento armato che sembrano tanto tristi. La casa era un po’ arrangiata ma dentro c’ era tanto Amore e felicità  di affrontare la vita insieme, Rimasero da loro una notte, poi si salutarono. Per tutti i chilometri che restavano ancora da percorrere ALICE e DUSTIN si tennero per mano e lui guidava con una mano sola o forse era “Smile” che sapeva la strada di casa.

CAPITOLO SESTO

1.Il primo passo

2.Verso il Calvario

3.Getsemani

4.E …camminare

5.Un uovo, simbolo della vita

6. Un primo bilancio

1. C è stato un momento particolarmente duro nel loro Amore, un tratto di deserto interminabile, ma è proprio in quel deserto la prova che il SIGNORE ha pensato ai due gnomi fin dall’ eternità, così come ha pensato a voi, a questo nostra Famiglia che oggi vive. In certi momenti è necessario passare per la Croce, soffrire, agonizzare, morire e poi rinascere nella Gioia. A volte non basta pregare, sperare, bisogna desiderare intimamente di cambiare dentro convertirsi ogni giorno, è un cammino lungo che dura tutta la vita. La fine d’ anno a Marsiglia fu l’ occasione per riflettere su se stessi e sul loro rapporto fino a quel momento. Cos’ era accaduto fino ad allora? ALICE non sorrideva più come prima e DUSTIN si sentiva di peso alla sua vita. -Ho fatto il possibile per tentare di vivere come volevi tu ed oggi mi sento svuotata…- era un pomeriggio freddo di domenica, sul viso di ALICE i segni di una creatura stanca, appesantita da un amore troppo possessivo: DUSTIN non se ne era accorto ma aveva sbagliato proprio tutto. Per lui fu un colpo tremendo, sembrava che la storia si ripetesse ancora, come quella volta che la baciò goffamente in macchina facendole male suo malgrado. DUSTIN l’ amava profondamente e la scoperta del proprio egoismo lo indusse a prendere una decisione, a compiere il primo passo , proprio nel giorno del Compleanno di ALICE.

2. Quella domenica mattina si alzò dal letto impastato di tristezza, sapeva di dover fare appello a tutte le sue forze. Non era facile rimettere la propria vita nelle mani di DIO, farsi da parte, restare in silenzio ad spettare. Certo ALICE, confusa com’ era, non sarebbe stata in grado di chiederglielo e fu così che quella sera DUSTIN le disse così: -Se sei d’ accordo ho deciso di non vederti più, affinché tu possa ritrovare la serenità che hai perso. Non importa quanto tempo ci vorrà, io desidero soltanto che tu torni a sorridere come quando ti ho conosciuta. - ALICE rispose: -… e se nel mezzo ho bisogno di te?- e DUSTIN riprese: - Ci sarò sempre, quando lo vorrai. E’ necessario farlo, io credo nel tuo Amore per me e sento che presto ci riabbracceremo-. Gli occhi di ALICE si riempirono di lacrime, lo prese per la mano e gliela strinse forte. Con uno sforzo sovrumano la salutò, chiuse la porta di casa e cominciò a camminare nel buio. Vagò per le strade piene di pianto, in questo viaggio ALICE doveva stare sola, solo la preghiera gli avrebbe consentito di starle accanto sempre e così cominciò a pregare, pregare fino alle prime luci del giorno. Nei giorni successivi ricevette alcune telefonate di lei, seguirono vari giorni di silenzio poi lui decise di interrompere definitivamente anche quei contatti scrivendole così: -Morire stavolta è così, sperare nell’ attesa del tuo ritorno liberandomi dall’ ossessione di attenderti, trovare in me l’ Amore per quegli spazi di libertà di cui hai bisogno per essere felice, ci riuscirò in questa Quaresima perché Dio ci sta vicino -. ALICE telefonò due giorni dopo dicendogli che lei sapeva che lui ce l’ avrebbe messa tutta, pieni di commozione si salutarono, lui avvertì che non l’ avrebbe sentita per molto tempo. 

3. Dunque bisognava ripartire da zero, cambiare quelle cose del suo modo di amare che avevano spento il sorriso della sua Gnoma. Desiderava diventare più umile, semplice e rispettoso come lo era davvero lei. Ma come si fa a camminare su una strada sconosciuta, proprio ora che non aveva più un punto di riferimento? Ci sarebbe voluta molta pazienza, un tempo indefinito e non sapere cosa o chi gli avrebbe indicato la giusta direzione da percorrere. Seguirono giorni di estenuante agonia, tutta la sua vita era di nuovo stravolta, tutte le sue “certezze” erano svanite. Cosa credete, non è facile, specie a 31 anni, rimettere tutti i desideri più intimi e i sogni nelle mani di un DIO che non puoi toccare! L’ assenza ed il silenzio di ALICE gli dilaniavano l’ anima mentre lui pregava che quel calice amaro gli fosse tolto. Molte volte lottò contro la tentazione di farsi vedere da lei. Spesso, nascosto dietro un angolo, l’ aspettava passare la mattina con la sua Dyane e la seguiva fino alla curva oltre la quale spariva, benedicendola con tutto se stesso: -Angelo di Dio, proteggila!-. Passava  le sue sere davanti all’ Eucaristica nella chiesa di Sant’ Antonio al Romito (a quei tempi la chiesa era aperta fino a mezzanotte) dove un orologio a pendolo scandiva il ritmo delle ore…interminabili. Quella mattina a lavoro il telefono squillò: -Pronto… sei tu?- -Si”- rispose poi rimase in silenzio e riattaccò con il cuore a brandelli: ALICE non era ancora pronta. -Eppure devo fare qualcosa di più, qualcosa che aiuti ALICE a ritrovare il suo sorriso!- Come un fulmine a ciel sereno capì che la strada da percorrere era quella che lo avrebbe condotto a Lourdes. La Madonna era la sola porta per la quale passare. Nessuno avrebbe dovuto sapere del suo viaggio, s’ informò dell’ orario e del costo del biglietto. E decise che avrebbe potuto fare tutto partendo il venerdì e tornando la domenica. Nessuno, ad eccezione della gnoma VELLEDA e degli gnomi MARCO e FLAURY avrebbero saputo della sua partenza. Quel venerdì mattina del 13 Marzo 1985 salutò i suoi genitori inventando la scusa che nel pomeriggio, uscito da lavoro, sarebbe andato a trovare un amico in montagna. Trascorse le ore che lo separavano dalla partenza in casa di VELLEDA, lei era il suo punto di riferimento. Piangendo intensamente su quel letto amico si disse che il viaggio era già incominciato e che Lourdes era lì in quel morire in silenzio non visto da ALICE. Partì il sabato alle 14,30 da Firenze, cambiò a Pisa e salì sul treno per Lourdes. Lo attendevano 18 ore di viaggio, non c’ era stata la possibilità di prenotare una cuccetta. Aveva portato con sé due panini, molta cioccolata, il Breviario, carta e penna e la prima foto che scattò ad ALICE, nella quale il sorriso della Gnoma era come un’ esplosione di luce. A Marsiglia lo scompartimento si riempì di marocchini, lui si strinse nel buio del suo posto immergendosi ancora di più nella preghiera. Fu soltanto a Narbonne ( penultima stazione) che concepì in sé la preghiera che avrebbe formulato davanti alla Grotta della MADONNA. Girò la foto sulla quale ALICE aveva scritto “Ti Amo” e scrisse così: “Maria fa che torni a sorridere così. Maria desidero ardentemente camminare sulla strada dell’ umiltà, della semplicità, del rispetto totale di chi amo e del mio prossimo. In questa strada che  ho iniziato a percorrere fa che non mi sia tolta la mia “maestra di vita”. Tuttavia sia fatta la volontà di DIO”.

Giunse a Lourdes con un’ ora d’ anticipo e per poco non si dimenticò il passaporto sul treno. Uscito dalla stazione si avviò verso il Santuario. Era una bella giornata di sole anche se tirava vento. Dopo una serie interminabile di negozi chiusi dove si vende “la madonna con tutti i miracoli”, si trovò senza rendersene conto di fronte alla cancellata d’ ingresso del Santuario. Entrò e sulla sinistra una pianta topografica gli indicò la struttura di quel luogo così ampio e gli itinerari da percorrere. Non andò subito alla Grotta, non se la sentiva d’ incontrare così la Madonna. S’ incamminò lungo il viale che conduceva alla cattedrale costruita su tre livelli. Sul lato destro erano disposti gli ospedali per i pellegrini infermi, mentre sul lato opposto c’ era la cappella sotterranea per le Messe internazionali.. Sulla sinistra, appena fuori del Santuario, imboccò la Via Crucis che salendo su per la collina riconduce alla Cappella della Riconciliazione all’ interno del Santuario stesso. All’ inizio della Via Crucis una statua di ceramica bianca della Madonna introduce il cammino. Dopo la prima curva si trovò davanti alla raffigurazione dell’ Ecce Homo, 39 scalini di marmo bianco che portano ad una terrazza dalla quale sporge GESU’ flagellato ed esposto al popolo.. Un cartello vieta di salire la scala a piedi, si deve salire in ginocchio, un atto d’ umiltà che aprì la sua conversione. Proseguì pregando il Rosario, poi sostò di fronte alla grande pietra rotolata del sepolcro e si diresse verso le Piscine. DUSTIN se le immaginava come delle grandi vasche da attraversare da una parte all’ altra, in realtà invece si tratta di una stanza di dimensioni normali con due vasche da bagno in pietra serena strette, davanti ad una statuetta della Madonna In fila per uno si spogliò insieme ad un francese e un giapponese. Nudo attese il suo turno di immersione. Il francese emise un gemito, l’ acqua doveva essere molto fredda. Con tanta dolcezza i due frati lo presero per mano e pregando scese il primo gradino. L’ impatto fu veramente tremendo, si sentì come annientato, lo fecero avanzare e lo stesero sul fondo della vasca, poi lo tirarono su, immersero un bicchiere nell’ acqua e gli dettero da bere!

💔No non si può spiegare a parole cosa sia quel bagno, ma è veramente sentirsi morire e sapere invece che non morirai; è un atto d’abbandono in DIO che non avresti la forza di fare da solo se qualcuno, i due frati, non ti accompagnasse e pregasse con te. Ti sembra di toccare la morte ed invece quando ti tirano su ti senti purificato e bevi con avidità l’acqua che ti viene offerta, la stessa acqua nella quale altri prima di te si sono immersi. Quando ti rivesti non riesci a spiegarti perché non ti sei preso un colpo, t’infili i vestiti e sei ancora bagnato, ma quel bagno ti ha strappato qualcosa dentro e ti rende capace di percorrere la strada che porta alla Grotta Miracolosa.

Uscito dalle Piscine attraversò il ponte sul Gave e con passo lento si portò di fronte alla Grotta aduna distanza di circa 100 metri. Notò che l’ acqua del fiume si acquietava veramente nel passare davanti alla Grotta. Si sedette sul prato ed estrasse la foto di ALICE. La mostrò in lontananza alla Madonna, lesse la preghiera che aveva scritto dietro la foto e pianse una sorgente di lacrime. Restò lì una mezz’ ora, il primo incontro era avvenuto anche se c’ era voluto del tempo e lui stesso era stato titubante. Anche ALICE non sarebbe tornata subito da lui, anche lei avrebbe percorso la sua “Via Crucis”, poi si sarebbe bagnata nella piscina della sua sofferenza ed infine si sarebbe avvicinata a distanza con tanto timore e poi… Si alzò ed andò a prendere la Messa nella Cappella del SS. Sacramento, finita la Messa mangiò un panino, fumò una sigaretta, guardò l’ orologio, erano le 14 ed era giunto il momento dell’ incontro! In quel periodo dell’ anno non c’ erano pellegrinaggi e a quell’ ora c’ erano circa 10 persone di fronte alla Grotta. Bevve alla fontane, acquistò un grande cero e seduto su una panchina scrisse sul cero: “ PATRIZIA e CARLO, tienici per mano SIGNORE, uniti ”. Recitò un Rosario intero proprio nel punto esatto della prima apparizione, poi si avvicinò per deporre il cero. La grotta non è molto grande né profonda. Nel centro c’ è un piccolo altare, la statua della Madonna è posta in una nicchia naturale a circa 4 metri d’ altezza sulla destra. La osservò, le mostrò la foto di ALICE: - Fa’ che torni a sorridere così…-, pregò intensamente, baciò la roccia, girò dietro l’ altare e in un’ apposita cassetta imbucò la foto. Istantaneo un pensiero consolante gli attraversò la mente: -Dolce Amore mio ho portato il tuo sorriso a Lourdes, l ’ ho affidato all’ Amore di Maria. Quando sarai triste o avrai paura ti sia di consolazione il pensiero e la certezza che la MADONNA veglia sulla tua vita-. Il rintocco della campana lo invitò alla Messa vespertina nella Cappella della Riconciliazione. Fu una funzione splendida, avvertì che DIO lo aveva perdonato del proprio egoismo, era stato accolto proprio come diceva la Scrittura “Non ricollegatevi più ai vostri errori, ecco spunta un fiore e non ve ne accorgete?Prima di partire tornò alla Grotta a deporre un bacio ed una goccia d’ acqua cadde sull’ anello che

ALICE gli aveva regalato.. Cenò in un ristorante presso la stazione, prese il treno alle 21 ed arrivò a Firenze alle 15,45 di Domenica. VELLEDA gli aveva preparato il pranzo, parlarono molto e DUSTIN pianse, era sfinito. La sera cenò dagli gnomi MARCO e FLORY, poi giunse a casa. Esausto sotto le coperte recitò la sua Preghiera di Lourdes, baciò la foto di ALICE sul comodino. Il giorno era finito e domani sarebbe stato l’ inizio di un nuovo cammino, una lunga e paziente Attesa nell’ Amore.

4. Non crediate che basti andare a Lourdes perché le cose siano più semplici, i miracoli non sono una magia. Questi si realizzano secondo i tempi misericordiosi di DIO, in modo silenzioso ed impercettibile e solo a costo di camminare ogni giorno senza voltarsi indietro mai. Il sorriso sarebbe prima o poi tornato sul volto di ALICE, quel sorriso era custodito e protetto dalla Madonna. Il miracolo più difficile invece era quello della conversione” di DUSTIN, del suo modo d’ amare. Doveva uscire da se stesso, fidarsi di DIO, accettare che LUI E’ IL PADRONE DELLA STORIA infatti non è potere dell’ uomo il dirigere i suoi passi (Ger.Cap.10). ALICE non è non sarà mai di DUSTIN, lei è di DIO, ognuno è di DIO, questa è la realtà della vita. Nella misura in cui lui fosse stato capace di accettare e vivere tutto questo, in quella stessa misura il suo amore sarebbe stato liberante per lei e a suo tempo avrebbe costituito il fondamento della loro futura Famiglia. Soltanto allora la gnoma lo avrebbe riconosciuto e sarebbe tornata da lui con quel suo incredibile sorriso se … se questa era la volontà di DIO. DUSTIN sapeva solo di dover affrontare il deserto e quando sei lì non sai cosa DIO ti ha preparato. Il patto con ALICE era estremamente chiaro, lui le aveva detto di tornare solo quando essa sarebbe stata sicura di dargli una risposta precisa per il si o per il no. Era molto tempo ormai che non la sentiva e questo suo silenzio era veramente opprimente, non sapeva se considerarlo positivo o meno. Certo prima o poi ALICE gli avrebbe telefonato per porre fine a questa agonia. Se fosse tornata avrebbero costruito la loro vita insieme, al contrario…era meglio cacciar via questo pensiero! Una mattina ricevette una sua telefonata ma si rese conto subito che le cose non erano cambiate: ALICE lei stava soffrendo e non era ancora riuscita a mettere ordine in se stessa. Si scambiarono gli auguri di Pasqua e si salutarono. La gioia per averla sentita si trasformò ben presto in una tristezza profonda. Quanto tempo sarebbe ancora trascorso prima che ALICE si chiarisse e fosse in grado di dargli la sua risposta? Con questi pensieri camminava incontro alla Pasqua, era nudo e senza certezze al di fuori dei quella Croce che gli stata davanti, quel GESU’ sofferente e dilaniato senza più scampo…ma DIO non abbandona mai e fu così che DUSTIN ebbe la sua Pasqua e qualcosa di più.

5. Il Giovedì Santo andò alla Messa, quella volta non partecipò alla “lavanda dei piedi” ma rimase seduto nell’ angolo più appartato della Chiesa. Non avrebbe avuto la gioia di spezzare il pane con ALICE e lui era già abbastanza spezzato. Finita la Messa uscì e rimase un po’ fuori a fumare. All’ improvviso vide ALICE che gli veniva incontro, il cuore gli entrò in gola. Lei lo abbracciò indugiando qualche secondo sulla sua spalla. Lui cercò in modo discreto la mano e ne toccò l’ anello esultando di gioia. Si avviarono alla macchina e giunto sotto casa di ALICE spense il motore. Allora ALICE con le lacrime agli occhi disse: -Domani è il tuo compleanno!-, poi gli prese la mano e pianse sulla sua spalla per alcuni minuti che a DUSTIN parvero un’ eternità. Si scambiarono nuovamente gli auguri, lei sarebbe andata dalla nonna in Friuli. La seguì mentre entrava nel portone di casa ed avrebbe voluto dirle ( ma non lo fece) che lui le era fedele e che l’ aspettava. Mentre tornava a casa sentì che ora avrebbe potuto finalmente vivere la Pasqua e dunque la Resurrezione. Quel pianto di ALICE, quel suo tenergli la mano era la conferma che lei lo amava ma che aveva bisogno di tempo per decidere di tornare da lui. Quella mattina a lavoro il telefono squillò nuovamente: -Sono io, volevo farti gli auguri per il compleanno! Che fai oggi?-. Lui rispose che sarebbe andato a comprarsi una camicia e lei con voce tremante disse: -Senti, comprala come se te la regalassi io, va bene?-. Si salutarono di nuovo e DUSTIN non riuscì più a lavorare. Andò a comprarsi la camicia da Boom poi tornò a casa ma le sorprese non erano ancora finite. - E’ venuta a cercarti ALICE-, così gli disse lo gnomo ARTHUR senza dargli il tempo di entrare in casa. S’ attaccò al telefono emozionantissimo: -Sono io, dimmi…- -Volevo darti una cosa…- disse ALICE. -Vorrà dire che me la darai al tuo ritorno-, rispose DUSTIN, -No, stasera!- replicò perentoria  ALICE.   Quante  sensazioni   ed  emozioni   sentiva   mentre  si   stava   recando all’ appuntamento, erano 18 giorni che non suonava più quel campanello. In cuor suo desiderava ricevere qualcosa di scritto che gli desse un’ idea concreta di ciò che Lei sentiva, tuttavia qualunque cosa avesse ricevuto quella sera sarebbe stata ovviamente il massimo perché donata spontaneamente dalla sua Gnoma. La osservò mentre scendeva le scale nella sua tuta celeste, aveva una faccia contratta e sofferente (certamente aveva discusso con i suoi).

ALICE si avviò alla Dyane (Happy) e tornò da lui con… un grande uovo di Pasqua!!! Già, non avrebbe potuto regalargli altro che un uovo, la cosa più semplice. Per DUSTIN fu un meraviglioso regalo e un incoraggiamento per continuare a camminare per la strada che stava percorrendo.. un uovo, simbolo della vita. La notte di Pasqua pregò intensamente, all’ uscita della Messa fece gli auguri ai genitori di ALICE e ringraziò il SIGNORE per tutti quei segni che gli erano stati donati. La Pasqua passò in un attimo e si ritrovò ancora seduto alla scrivania, vicino al telefono, combattuto tra i l desiderio che squillasse e la paura che fosse ancora troppo presto. Quanto tempo era passato da quel 10 marzo, un’ eternità che scavava ogni giorno la sua vita. Tentò un primo bilancio su cosa aveva fatto e cosa gli restava ancora da fare.

  •  Qual era stato il “patto”? Restituire ad ALICE tutta la sua libertà affinché lei la utilizzasse per capire da sola cosa desiderava veramente: FATTO!.
  • Rispettare la sua libertà e infatti non l’ aveva più cercata, aveva cambiato orario di Messa, non era passato più dalla sua via, era stato immobile nel silenzio più assoluto: FATTO
  • - Si era messo sulla strada dell’ umiltà, era andato apposta a Lourdes chiedendo di essere aiutato a non essere più possessivo, geloso, complicato: FATTO!

Cos’ altro ancora gli restava da fare se non continuare a camminare per quella strada e aspettare? I giorni che seguirono nei quali non ebbe notizia alcuna di ALICE furono veramente terribili. Nessuno l’ aveva più vista, nemmeno lo gnomo MARCO dal quale era andata una volta. DUSTIN continuava a studiare per l’ esame.

💓Sembra una sciocchezza ma nella solitudine e nel “deserto” c’è il rischio di perdersi, se non t’accorgi che DIO ti precede segnandoti la strada. E’ difficile accettarlo ma il “deserto”è proprio la solitudine con DIO di cui non senti la voce, né vedi la presenza. Quanto tempo ho passato davanti al Tabernacolo seduto per terra!

-SIGNORE non mi abbandonare, io non ho più la forza,. Dammi una mano, la Pace e la serenità che hai promesso a chi confida in TE. Io ti ho messo la mia vita davanti, dove mi porti? Io non ti sento ma sono qui davanti a TE in tutta la mia fragilità. Ti prego fammi sentire che mi ami, entra in me nel modo come solo TU sai, affinché possa riconoscerti- così pregava DUSTIN. Fu proprio in quelle lunghe sere che incominciò a capire con quale nome lo stava chiamando DIO: Attesa!


Sarà sempre questa la vita di DUSTIN, una continua attesa giornaliera, ciò che rende diverso e nuovo e più bello ogni giorno, anche se più difficile. Un’ attesa fondata sulla fedeltà e sulla promessa di DIO di una felicità più profonda. Quella sera che avvertì tutto questo esclamò: - SIGNORE com’ è bello stare qui con TE!-. Pensò intensamente ad ALICE e provò un amore tenerissimo, un amore più profondo di quanto aveva provato fino ad allora. Il suo cuore si riempì di gioia perché capì che DIO non gli aveva chiesto di rinunciare ad ALICE, DIO non gli aveva strappato i suoi sogni, cioè la speranza di costituire una FAMIGLIA. Fu automatico così addentrarsi ancora di più nel “deserto”, nella consapevolezza che DIO aveva permesso questa situazione di sofferenza per legare più profondamente i due gnomi. Provò nei confronti di ALICE un amore così liberante e purificato dal proprio egoismo. Oh si, quello che provò quella sera fu certo un “Segno del Cielo”. Alcune sere più tardi, dopo aver pregato di fronte alla Madonna nell’ atrio della sua chiesa , si tolse dal collo la croce d’ oro e la nascose tra le mani della statua; quando uscì si sentì come sollevato da un peso. A proposito di quella croce accadde che, dopo poco tempo sparì!!! Forse qualcuno l’ aveva rubata, perché in Chiesa non era stata ritrovata. Solo 4 anni più tardi, lo Gnomo JOSEPH gli mostrò per caso una serie di oggetti ritrovati e tra questi la sua croce trasformata in spilla che JOSEPH donò ad un sacerdote novello. Certo si trattò di segni e non di fantasie e così riprese con vigore il suo cammino.

CAPITOLO SETTIMO 

1.  La tartaruga “va’ –lentina”

2. Una sorgente d’ Amore

3. Gli ultimi metri 

1. Quella mattina, dopo una notte insonne, andò a lavorare pieno d’ angoscia. Via via che le ore scorrevano si sentiva sempre più debole, poi cominciò a stare malissimo. Scrisse quattro righe ad ALICE: - Ti prego dimmi qualcosa, fammi condividere una frazione di ciò che pensi ora, dammi un piccolo segno, dimmi che ti fidi di me, io sto impazzendo…-. Non andò a mangiare alla mensa, prese la macchina e fece una corsa fino a Montemurlo. A cento metri dalla Rolly s’ infilò in una cabina telefonica, infilò il gettone, 79192…. ma fu fermato dal suo Angelo Custode…- Non posso farlo, non è giusto!-. Spossato risalì in macchina, non aveva nemmeno più la forza di piangere. Riprese a lavorare come un automa trascinandosi fino all’ora d’ uscita. Prima di uscire andò in bagno a lavarsi le mani quando un collega affacciandosi sulla porta gli disse: - Ti vogliono al telefono!-, “…sarà lo stronzo degli ultimi cinque minuti! - pensò. -Sono io, ALICE.- La sua voce tremava di commozione, parlarono della Pasqua in Friuli, dell’ esame di stato che DUSTIN avrebbe dato e poi lei timidamente disse: -Che ore fai stasera a studiare? Vuoi venire a cena da me?-. Fu come toccare il cielo con un dito, come trovare una sorgente d’ acqua dopo miglia e miglia percorse nel deserto, ma DUSTIN fu veramente forte e rispose: -ALICE, tu sai che mi basta una sola parola per volare da te, se proprio lo desideri posso anche venire…- Ci fu un attimo di silenzio poi ALICE rispose: -Non sono ancora sicura…non lo so, ma stasera si che lo vorrei.- Allora DUSTIN facendo appello a tutte le sue forze le disse: -Allora facciamo così, sarà bene che tu ci pensi ancora un po’, tanto lo sai che io sono qui, va bene?- Si salutarono, ALICE quasi piangeva, lui era distrutto. Rimase seduto alla scrivania quasi fosse pietrificato, l’ emozione e la gioia erano davvero fortissime, forse era stato troppo duro, tuttavia qualcosa si stava  lentamente sciogliendo nella mente di ALICE. Sentiva che a quella telefonata ne sarebbero seguite altre. ALICE si stava  muovendo, anzi si era sempre mossa lei mentre lui era  rimasto immobile ad attenderla.. Quella sera andò a trovare un amico che non vedeva da tanto tempo, lo Gnomo LEANDRO, prete novello. Andarono a mangiare in una pizzeria vicina al Seminario e LEANDRO gli chiarì molte cose: -Vedi DUSTIN il SIGNORE permette questa sofferenza per far si che LUI entri maggiormente nella vostra storia personale. Vi ha condotto nel “deserto” ma è LUI che segna la strada, così come ha condotto gli Ebrei durante l’ Esodo. La storia si ripete per la vita d’ ogni uomo. EGLI vuole essere sempre al centro della nostra vita, ci chiede di affidarsi a LUI e quello che in questo momento sta operando è certo il meglio per noi, anche se ora non riusciamo a capirlo.- Dietro consiglio dell’ amico approfondì la lettura della Sacra Scrittura, recitò ogni giorno il Breviario, chiedendo a DIO che qualche versetto lo colpisse in modo da farne il pensiero del giorno. Passò una settimana cercando di alimentare con la preghiera questa speranza. Un sabato mattina, mentre passeggiava sulle colline di Carteggi, fu folgorato dal passo che diceva Il Signore fece trovare loro grazia presso quanti li avevano deportati ”. Continuò a girellare per alcune ore pensando che sarebbe stato bello tornare a casa e ricevere la notizia che ALICE lo aveva cercato. La realtà però era un’’ altra, ALICE non era ancora sicura di tornare, tuttavia non aveva preso un’ altra strada, non si era allontanata da lui, aveva solo paura, quella paura che fa parte di Lei e per superarla ci voleva ancora tempo, perché ALICE è come la “tartaruga va-lentina”. 

2. Con questi pensieri schiacciò il bottone dell’ ascensore, infilò la chiave nella toppa e…-Dice che ha telefonato un passerotto…-, così lo apostrofò sornione lo Gnomo ARTHUR. Tuffo al cuore, salivazione azzerata, meningi ipertese e chi più ne ha più ne metta. Cercò di mantenersi apparentemente calmo per non dare tropo nell’ occhio. Subito gli tornò in mente il versetto letto sul Breviario e si precipitò a telefonare ad ALICE. - Ciao, so che mi hai cercato.– -Si, ci possiamo vedere oggi?-. Stavolta DUSTIN acconsentì con gioia e tremore. Mangiò in fretta, si fece la barba, s’ inondò di Lacoste e saltellando si avviò all’ appuntamento, disposto a prendere tutto quello che ALICE avesse voluto dargli. Suonò il campanello, prese l’ ascensore, trovò la porta di casa socchiusa, ALICE era in bagno. Il cuore gli pulsava forte nella gola. - Ciao, come stai?…- poi le mani si cercarono, un abbraccio, un bacio e il sole brillò nella piccola stanza. -Ti preparo un caffè, vuoi?- Parlarono di tante cose, lui l’ ascoltava e lei parlava senza interrompersi mai. Fu proprio vederla parlare così di cose normali che lo riportò con il pensiero alle lezioni d’ inglese e subito una gioia incredibile lo prese, mentre lui cercava di nasconderla sotto un grande sorriso di cui ALICE si accorse. - Perché sorridi così?- disse lei, -lo sai che quando parli sembra sempre che racconti una favola!-, ma la ragione per cui DUSTIN rideva era un’ altra… Vi ricordate la Preghiera di Lourdes fa’ che torni a sorridere così..”, lui stava vedendo proprio questo, lo stava toccando con mano, il SIGNORE gli aveva davvero fatto “trovare grazia”. La conversazione proseguì in salotto: -Sai mi sono comprata un anello….ho fatto bene?- e corse a farglielo vedere. DUSTIN la rassicurò, poi si abbracciarono intensamente e DUSTIN sorrise pensando che alcuni giorni prima era stato molto vicino a dare fondo a tutti i sui risparmi per comprarle un favoloso diamante: che pazzo, pazzo d’ Amore! Verso la fine del pomeriggio ALICE gli disse: -Domani vado via, non ci sono per tutto il giorno, mi perdoni se stavolta ti dico di non venire?- DUSTIN raccolse il suo imbarazzo con un sorriso e si avviarono alla Messa. Mentre la riaccompagnava a casa avvertì che ALICE era turbata:-Mi fa male lo stomaco…- -sarà il freddo!- replicò DUSTIN, ma sapeva che quel sintomo aveva altre origini. ALICE avvertiva il contrasto tra quello che avevano vissuto quel pomeriggio e il fatto che l’indomani sarebbe andata via. Davanti alla porta dell’Ascensore riprese imbronciata: - Ciao…ci… vieni da me stasera?..- e lo baciò rassegnata a non vederlo. Dopo un attimo di interminabile silenzio, voltandole le spalle per non farsi vedere rispose: - A dopo!- Fu una serata indimenticabile, piena di dolcezza, poi sulla porta di casa ALICE disse: -Mi sento di merda!… non so che fare ma ormai ci vado eh?..- Lui le pose la mano sotto il mento e la baciò.

3. ALICE era lì sulla soglia e DUSTIN la stava aspettando. Un passo, un passo ancora e la loro vita sarebbe cambiata. E’ proprio vero che gli ultimi metri sono i più faticosi. ALICE non si fece sentire per diversi giorni, s’ avvicinava il ponte del 25 Aprile e DUSTIN stava studiando per l’ esame d’ abilitazione. Il venerdì Lei telefonò e con voce tesissima gli disse: - Vado all’ Elba, in bocca a lupo  per l’ esame- Ma come?!?- pensò DUSTIN, -allora tutto quello che abbiamo vissuto in questi giorni non è servito a farti capire che non abbiamo più ragione di stare lontani?- Ovviamente non le disse niente e attaccò il telefono amareggiato. No, non poteva liquidarlo così, non era giusto e dunque prese la decisione di telefonarle a lavoro. Non ebbe il tempo di parlare perché Lei lo prevenne dicendo: -Volevo dirti che mi dispiace che tu non ci sia all’ Elba e che ti sono vicina per questo esame-, poi la voce di ALICE si ruppe in pianto. Non potete immaginare la gioia di DUSTIN, i pezzi del mosaico stavano tornando al loro posto. -Quando esco da lavoro vado a fare la spesa alla COOP, mi accompagni?- Fu bello stare insieme quella mezz’ ora, forte fu il brivido che lo colse quando ALICE abbracciandolo alle spalle gli stampò un bacio sul collo: anche il registratore di cassa cominciò a dare i numeri. Il primo giorno d’ esame fu veramente duro, sette ore per un compito assurdo che svolse con estrema difficoltà. Uscì dall’ aula con la nausea, aveva voglia di tornare a casa tra le sue braccia e dirle che ce l’ aveva messa tutta. La incontrò mentre andava al catechismo, non si era divertita all’ Elba. La seconda giornata d’ esame fu peggiore della prima, ne usci sconfitto. Tornò a lavorare con il pensiero che di lì a pochi giorni ci sarebbe stato il ponte del 1 Maggio… chissà cosa avrebbe fatto ALICE? Quella mattina il telefono squillò ad un’ ora insolita: -Ciao come stai, hai dormito bene dopo la faticata dell’ esame? che bello sentirti, sono ancora intontito, meno male che ci sono quattro giorni di festa…- buttò quella battuta per caso. -Appunto, volevo dirti che torno all’ Elba, ieri sera ho avuto una forte discussione con i miei perché li ho chiesto d’ andarci con te, ma non vogliono!!! - Benedetta e meravigliosa creatura soltanto ALICE avrebbe potuto pensare una cosa del genere. Fu quello il segno inequivocabile del ritorno di ALICE. La gnoma partì per l’ isola, DUSTIN sapeva quanto questi giorni sarebbe stati importanti per lei che aveva già deciso di tornare. La sera del Maggio, era trascorso solo un giorno, ricevette la telefonata di ALICE - Mi manchi…- Poi ancora il giorno prima di tornare -Mi sei mancato tanto…- Al suo ritorno s’ incontrarono ed abbracciandolo forte ALICE disse: - Mi sei mancato in modo incredibile…-, era la terza volta che glielo diceva, “BENTORNATA ALICE! e fu subito Primavera.

💏Alcuni anni dopo…💑

Ciao DUSTIN , cosa ci fai appollaiato sulla scogliera? Stai per spiccare il volo?”, così lo apostrofò il Gabbiano appena rientrato dal suo ultimo volo oltre i confini del mondo. DUSTIN non rispose, inspirò a pieni polmoni, chiuse gli occhi e si ricordò di quando ricevette dalla Gnoma ALICE il libro “Il Gabbiano Jonathan Livingstone”: -Te l’ ho regalato perché tu sei come lui! –

Quelli sì che erano tempi per volare…- rispose nostalgico DUSTIN mentre la curva dell’orizzonte gli si sfumava negli occhi.

Ma che razza di risposta è mai questa?!? Non dirmi che non sei più capace di volare. Eppure abbiamo percorso insieme miglia e miglia, ricordi? –

Lo so, oggi è soltanto più difficile, il tempo è passato veloce, più di metà della mia vita se n’ è andata e tu, caro Jonathan, eri così lontano…-

Spalancando le ali il gabbiano lo incitò - Dai, spicchiamo il volo in caduta libera, vince chi rasenta di più il pelo dell’ acqua! -” e cercò di spingerlo.

Aspetta, non mi sento leggero… – “ci credo, cos’ hai in quel sacco sulle spalle? –

Appunti… appunti di viaggio - rispose DUSTIN.

Calò il silenzio, interrotto solo dal frangersi delle onde sulla scogliera, poi il Gabbiano riprese: - Ce li hai scolpiti nel cuore, perché conservare tutta quella cartaccia?-

-Hai ragione, non potrò mai perderli eppure non riesco a separarmene.–

-Per questo sei pesante e non riesci a volare. Il ricordo in sé e per sé è un peso se non ne hai fatto “memoria” dentro.–

- Può darsi ma il fatto è che oggi sono… –

-Vecchio?- riprese il Gabbiano  - E’ questo quello che volevi dire quando dianzi mi hai detto che più di metà della tua vita è passata?-.

 -Si.., non lo so, è un momento particolare questo. Mai come ora sento di possedere quella forza e quell’ esperienza che mi proietterebbero in cieli profondi ed invece… –

-Ecco fatto!- e con un colpo d’ ala il Gabbiano J.L.  spinse i l sacco giù per la scogliera. –

-Nooo!- gridò DUSTIN mentre tentava d’ acchiappare alcuni fogli che, quasi per scherzo, la corrente ascensionale faceva allegramente ballare di fronte a lui.

- Dai!- lo incitò il Gabbiano -non rinunciare a volare, se non vuoi perderti buttati, vieni!-

DUSTIN chiuse gli occhi, inspirò profondamente: - Jonathan aiutami…- e quando riaprì gli occhi si trovò di fronte al sorriso di ALICE:

E’ due ore che ti chiamo, dai andiamo a casa! ” …e riprese a volare e ancor oggi vola!.


Commenti

Post popolari in questo blog

NATALE 2021   Dei 34 Natali trascorsi da quando è nata la Nostra Famiglia, soltanto una volta sono mancate le parole per esprimere i nostri auguri.   Si resta in attesa fino all’ultimo sperando che qualcosa di autentico scaturisca dalle profondità del cuore, quell’ essenziale invisibile agli occ hi che muove tutte le cose: l’AMORE. E allora… Benvenuta Bianca ad abitare in mezzo a noi! La tua vita prorompe nella realtà del nostro quotidiano dove ogni parola diventa silenzio per lasciare spazio allo stupore.  Quella notte erano in viaggio quando “ si compirono per Lei i giorni del parto ” (Lc.2, 6). Giorni scomodi quelli, finestre serrate, porte che si chiudono, il buio che avanza. Nonostante tutte quelle avversità nelle quali ognuno può riconoscere certi vissuti della propria storia, la SACRA FAMIGLIA resta l’unico modello di Amore capace di aprire una strada nel deserto delle nostre debolezze, il rifugio che accoglie nei momenti di smarrimento, il luogo da dove si riparte per affro
 ✎😊 RACCONTAVIRUS   PERSEO AI TEMPI DEL COVID-19 Buongiorno Amici, oggi è una giornata di pioggia ed è meglio stare a casa. E' una  battuta infelice, non fa ridere proprio nessuno in questi tempi, ma io voglio raccontarvi cosa mi è capitato la notte scorsa.    Lo so che c’è il coprifuoco ma non riuscivo a prendere sonno e dopo essermi rigirato nel letto come un calzone farcito di pensieri, mi sono alzato e in punta di piedi sono uscito. Ho preso la bicicletta e pedala che ti pedala sono arrivato in piazza della Signoria. Credetemi non c'era anima viva, uno spettacolo davvero stupendo e insolito da fotografare.   Mi sono seduto sotto la loggia dei Lanzi, in mezzo a tutte quelle statue famose ed ho iniziato a valutare quale inquadratura fosse la migliore, quando una voce mi ha fatto sobbalzare: - Ehi hai finito di guardarmi da dietro? - Allora mi sono voltato di scatto ma non ho visto nessuno e mi sono messo a fotografare la statua del Perseo -   Oh ma allora insisti.
 💗 ANNIVERSARIO 💗 Cuore che pulsa ritmo d’antica danza trama di rapidi passi fiori d’arancio intrecciati respiro quasi volo oltre il confine del tempo sei qui da sempre con un sorriso detergi il Cielo. Pubblicata nella collana  "Tra un fiore colto ed un altro donato (2007)  
  VOGLIA DI TENEREZZA Quando sono stanco chiudo gli occhi e  spoglio il cuore perché nudo sia accolto dalla Tua tenerezza. Voglio tornare a casa ritrovare le tazze da lavare,  sorridere alla tua maglia appesa rimproverare la polvere  che  da tempo  sonnecchia sulle tue scarpe.. “disordinato Amore mio!..” Accenderò la stufa  e nell’azzurro della fiamma viva aspetterò che torni  a rivestirmi il cuore  con la Tua tenerezza.
                                                                                                           🎵 FIORESTROCCA 🎵 Fiore di rosa fiore d’amore togli la spina da questo mio cuore toglila presto con le tue mani prima che il sole si affacci domani. Fiore d’arancio vita gioiosa ti ho conservato per questa mia sposa ti porteremo nella nostra stanza e intrecceremo ogni giorno una danza Fiore di campo che vivi sereno tante le cose che insieme faremo  dammi la mano mia dolce compagna cade la pioggia ma niente ci bagna. Fiore di giglio il tuo sorriso è bello fiore di miele la tua dolcezza la primavera che ride scherzosa mentre cammina lo Sposo e la Sposa.  
  💙FERIE 💙 Andare via non ritornare, forse, come la brezza dell’istante prima lasciare cose, parole, sguardi, dissolvere pensieri, immagini cercare spazi nuovi dove il respiro si fa parola nel silenzio vivo del vento che scompiglia i capelli e gioca a rincorrersi negli anfratti della memoria. Pubblicata nella collana "Parole in fuga" (2008)
  😇 RIFLESSIONI SULLA PREGHIERA 😇      La Preghiera è sempre stata compagna dei miei giorni ed infatti dico da sempre che Dio è la lente di ingrandimento degli eventi della mia vita. A volte ho pregato fino allo sfinimento, quasi al limite della nausea, nel tentativo di mettere in pratica il precetto del “ pregate incessantemente ” (1 Lett. Tessalonicesi cap 5) . A 66 anni la manifestazione dei miei limiti fisici è così evidente che non posso fare a meno di constatare che sto invecchiando, ma come un bambino ho paura di varcare la soglia d’inizio del “tragitto finale”, quanto lungo e come sarà non lo so, che mi condurrà all’incontro con Dio.   Non ho altra scelta che lasciarmi andare nel vivere giorno per giorno e cercare di capire se il mio pregare va nel senso giusto o nella direzione in cui lo mando , consapevolmente o meno.  Da alcuni brani del libro “10 Cammelli inginocchiati”   di Ermes Ronchi   che sto leggendo( qui riportati in corsivo )   inizia la mia riflessone. ·
💑 RETINA 💑 Briciole della nostra vita come grani di rosario che scorrono senza sosta tra le dita repentino il dolore s’affaccia profondo e nuovo seppur temuto ha squarciato le recinzioni del cuore gettato lontano la tenda divelta non ho altro che dieci grani e una croce per dare luce ai tuoi occhi tu, carne della mia carne, luce dei miei occhi lampada ai miei passi.                                                                                          Pubblicata in "Encìclopedia dei poeti Italiani Contemporanei" (2009)