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Natale 2020

Com’è misterioso questo DIO che ci invita, quando meno ce lo aspettiamo, a condividere la sofferenza! È un DIO che chiede il nostro silenzio, l’umiltà di accettare un disegno diverso dal nostro, un distacco dall’idea di avere sempre in mano la situazione e dunque di poter condurre la nostra vita come vogliamo. Ci rendiamo conto che le cose cambiano solo quando accadono. Cerchiamo subito soluzioni per affrontare il futuro, ma non viviamo il Presente, la circostanza che DIO ci pone davanti oggi e così finiamo per sprecare un’altra occasione d’incontro con LUI, passaggio indispensabile per guardarsi dentro e capire chi siamo e dove è importante e bene per noi andare. Non siamo noi a fare la storia ma è DIO a condurla, purtroppo dico io, ci lascia liberi di seguire altre strade, ma ad ogni bivio LUI comunque ci aspetta sempre, per sollevare le nostre spalle dai pesanti fardelli che abbiamo accumulato strada facendo. In piena umiltà Giuseppe ha accettato in silenzio e senza indugio la responsabilità di condurre la Sacra Famiglia lungo un cammino incerto, sorretto da una Speranza che non si è affievolita nemmeno di fronte ai numerosi cartelli del “tutto esaurito”.  Sono convinto che c’è qualcosa di più, non è bastato il sogno di un Angelo a convincerlo che quella era la strada da percorrere! Mai come in questo periodo abbiamo vissuto così nell’incertezza del futuro, con quel senso di precarietà e a volte di sgomento di fronte ad una situazione nella quale la paura fa da padrona, soprattutto quella di essere contagiati: eccoci tutti schierati sulla difensiva contro ogni potenziale untore. Siamo convinti a parole che DIO vegli sulla nostra vita, ma in realtà la nostra ansia ci smentisce, così il respiro si accorcia ed abbiamo fame d’aria. Fedeli osservanti del distanziamento sociale abbiamo bandito gli abbracci e perso il sorriso dietro le mascherine, eppure ci deve essere un modo per sentirsi vicini, restare prossimi a chi incrociamo nel cammino, perché la Vita non è tempo che passa ma tempo d’incontro. A poche ore dal parto la porta si chiuse perché “non c’era posto per loro nell’albergo (Luca 2,7). Così ho pensato alla porta di accesso del nostro cuore, spesso chiusa per paura o per indifferenza, ma è bastata la visione improvvisa di quella giovane donna seduta sulla panchina dei giardini, intenta ad allattare al seno il suo bambino, a farmi commuovere intensamente e sentire che la Vita è più forte di ogni avversità e che non posso assecondare lo scoraggiamento che nasce da quel senso di fatalità di cui tutti siamo intrisi. Forse a tutto questo pensava Giuseppe, a difendere quella Vita piovuta dal Cielo, a trovare un riparo a tutti i costi per la sua amata Maria… mi pare di sentirlo mentre pensa il domani è nei TUOI occhi, il presente è nelle mie mani, conduci i miei passi Signore.” Il mondo continua a ripetere di scordarci il “Natale come prima…”, per quanto ci riguarda le cose sono cambiate, nel frattempo un’altra Famiglia è nata, un’altra bimba lavora lontano e il quotidiano ha assunto un aspetto diverso al quale non è facile abituarsi… ma il cuore continua a sussultare forte ed emette vibrazioni che varcano ogni confine e annullano le distanze ed è così bello amare e sentirsi amati da sempre, in un crescendo di ogni istante che ci è dato in dono di vivere. È in questo spirito che vogliamo abbracciare tutti ovunque siate mai lontani dal nostro cuore.


Ci sono anch’io 
veglio in attesa della LUCE
come pastore transumo la vita in cerca di TE
Tioffro quel che ho un lucignolo di speranza mai spento 
un altro passo oltre il confine della paura
dove TU mi aspetti da sempre
seduto davanti alla porta di casa
Vieni, entra SIGNORE.

 

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