Quando il silenzio dice più delle parole è superfluo tentare di aggiungere qualcosa. Il silenzio e l’attesa, due indizi inscindibili della capacità di amare senza porre condizioni, l’inconfondibile stile di vita della Sacra Famiglia. Imparare nel silenzio a riempirsi di Te, Signore. Sperimentare che l’attesa passa necessariamente per l’abbandono nelle Tue braccia. Abbiamo toccato con mano la serenità prodotta da quell’invisibile cordata di preghiera che ci ha assistito nella vicende appena trascorse dalla nostra Famiglia. E’ stato come essere catapultati a Nazareth in Via dell’Attesa, ricordate?.. “la terza strada a destra dopo l'incrocio tra le corse affannate e la paura di non arrivare in tempo, tra l'ansia di un futuro che ci sfugge e il timore di perdersi” ; vedere Giuseppe che pialla in silenzio, movimenti precisi e regolari, calmi come un respiro pacato, nonostante i segni inconfondibili dell’inspiegabile maternità di Maria. Giuseppe ha saputo conciliare il ritmo lento e povero del lavoro di bottega con l’irrompere di Dio nella sua vita. Non una parola, malgrado i progetti sconvolti, ma solo l’intuizione mai svelata del mistero dell’Incarnazione, poi la piallatura, colpo dopo colpo, fino a far coincidere lo spessore della sua anima con la volontà di Dio. Si fa più attenzione al “Fiat! ” di Maria nell’Annunciazione che non all’ “Eccomi! ” di Giuseppe, pronunciato dietro le quinte della scena evangelica, ma non per questo meno essenziale del primo! Se Maria, pur non dubitando mai, pone all’Angelo la sua legittima domanda[1], Giuseppe sceglie il silenzio operoso, tipico dei falegnami, come modalità di risposta[2]. Giuseppe, uomo giusto, mentre conducevi Maria verso Betlemme chissà quante volte hai alzato gli occhi verso i monti ad invocare l’aiuto del Signore e, negli anfratti più nascosti del cuore, hai sentito echeggiare le note del salmo che cantava “il Signore è come ombra che ti copre e sta alla tua destra”....già, così anche per la nostra Famiglia,...sarà stata la “preghiera che condividiamo ogni mattina”, il sapere che sulla patena della Messa di quel Fratello sacerdote c’è sempre un posto per noi o quel “vi porto nel cuore” appena sussurrato... e la luce si è fatta strada ed il percorso è apparso più chiaro.
“Cammino nella penombra degli affanni arriverò in ritardo, come faccio da sempre, so che mi aspetterai, comunque vada, come fai da sempre”
Mentre Natale albeggia in lontananza intoniamo un
Canto di Grazie per tutta quella moltitudine di persone alle quali appartiene
un frammento esclusivo della nostra felicità.
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