"Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc. 2,7)
GESU' è nato nonostante le "difficoltà" di quella notte. Chi è sereno lodi e ringrazi umilmente DIO di questo dono tangibile, trasformando NATALE in una testimonianza quotidiana di GIOIA. Chi sta soffrendo, qualsivoglia ne sia la causa non si abbatta, ma sappia che DIO è vicino a chi lo cerca e che nasce, dunque è Natale anche ...laddove la morte ha scavato solchi profondi nel cuore, nell'angolo più buio della solitudine, nel peso quotidiano di ciò che si spera e ancora non si vede. Non è il nostro stato d''animo che conferisce valore al NATALE o lo rende diverso da quello degli anni precedenti. Il NATALE, inteso come nascita, è un evento di Fede che, sebbene ricorrente ha in sé germi di vita nuova per l'uomo in cammino. E' scarna ma esistenziale la descrizione evangelica della nascita di GESU'. La mangiatoia non è certo "il meglio" per un neonato... eppure non si può negare che tale culla improvvisata sia espressione di quella Saggezza (Sapienza) che modellava lo stile di vita della SACRA FAMIGLIA: vivere ogni istante della vita come dono, sapendosi accontentare di ciò che si ha, perché la felicità sta nell'unione dei cuori e non nelle cose che "rendono meno incerto il futuro". Se la porta dell'albergo si chiude, un'altra si apre... la SACRA FAMIGLIA affronta la vita con ottimismo. L'aver fiducia nella Provvidenza è forse ingenuità? C'è qualcuno in grado di affermare che per LORO fu facile, che l'attesa, il dubbio, la paura, le prove, il dolore, ecc... non furono particolarmente intensi nella LORO esistenza? Ognuno faccia le sue considerazioni. Abbiamo fatto per ALICE un "Presepe di fortuna" (qualcuno direbbe – da urlo! - ), ma non è tanto il risultato finale che conta quanto l'averlo costruito insieme: con il cuore, nonostante il sonno arretrato (!!!), pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno. Auguriamo a tutti un intenso NATALE.
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