Scorrendo le pagine del nostro Diario di Famiglia ci
siamo resi conto di quanto sia vero che per ogni evento c’è il suo momento,
ovviamente tutto avviene sotto lo sguardo vigile e discreto di DIO, che per noi
è sempre stato la lente di ingrandimento attraverso la quale filtrare gli
eventi che si sono intrecciati con la nostra storia personale e di famiglia. Sappiamo
che c’è “un tempo per cercare e un tempo per perdere” (Qoelet 3,1-11) e anche quando i
passi si dirigono verso percorsi sconosciuti, oltre la periferia della nostra
Betlemme, siamo convinti che niente e nessuno potrà spezzare quel filo d’Amore
che ci unisce gli uni con gli altri a
LUI. Così “perdere” non significa smarrire il
senso delle cose, assaporare l’amaro della sconfitta o smorzare l’entusiasmo di
vivere, ma può essere l’occasione per “cercare”, cioè fermarsi, guardarsi dentro nel profondo e decidere se e come fare
della nostra vita un dono d’amore per le persone che ci stanno accanto, quelle
che amiamo e quelle che incontriamo sulla strada.
Quale migliore occasione di Natale per provarci? Certo
farsi dono implica “perdere” un po’
di se stessi, spostarsi dal centro alle periferie esistenziali... non è così
banale alleggerire il bagaglio del nostro egoismo, si avverte una spiacevole
sensazione di privazione... tuttavia non c’è crescita interiore senza sofferenza.
Quante volte Infatti nell’affrontate situazioni
avverse abbiamo acquisito una consapevolezza maggiore di cosa è veramente
importante per la nostra vita? La VITA è come un libro ma non lo scriviamo da
soli e se DIO non ci mettesse l’inchiostro sarebbero pagine bianche... certo
siamo noi che le scriviamo ogni volta che facciamo delle scelte, ma niente ci
impedisce a volte di cancellarle con un frego di penna.
Così nell’alternanza degli eventi “cercare” implica rendersi conto che le cose cambiano...forse, mi
sono detto, è giunto il momento che la “lettera di Natale” segni l’inizio di
una riflessione personale, sempre e comunque vagliata in Famiglia
prima di divulgarla. Può cambiare la forma ma non la sostanza dell’essere
uniti. Il pensiero corre al prezioso consiglio di Don Giuseppe –Pregate per l’unità della vostra famiglia! -
che abbiamo recepito fin dal primo
momento del nostro cammino.
“Cercare” è anche ...
©
accettare” il silenzio di DIO” che si
avverte in certe situazioni dove è umano chiedersi se non si è distratto, ma
restare lì davanti a LUI caparbiamente
©
lasciare che i figli trovino la loro
strada senza opporre resistenza, aspettando in silenzio di vederli tornare
felici
©
credere con tutte le forze che anche
in questo Natale la Gioia si farà spazio a poco a poco, come la nascita dopo le
doglie del parto, come la LUCE che ha dissipato le tenebre nella Santa Notte
©
arrivare a sera e ringraziare DIO
della giornata, mettere così una pietra sulle difficoltà trascorse, domani ci
sarà un’altra strada da fare e non sarò solo, nemmeno stavolta.
Sarà l’età che avanza... ma ho scoperto di commuovermi
facilmente anche di fronte ad un sorriso spontaneo o un abbraccio sincero. Non è fragilità, mi c’è voluto del tempo per
capirlo, è qualcosa di gratuito che non riesco ad esprimere a parole...è che
vorrei abbracciare tutti, coprire la “distanza che ci separa”, perché in fondo
nessun luogo è lontano e sussurrare all’orecchio di ognuno di voi: - ovunque tu sia o ti conduca la vita resti un
frammento irripetibile della felicità che mi ha dato incontrarti-.
Buon Natale
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