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 📝 CARI AMICI VI SCRIVO...

Carissimi... 

sono consapevole della sofferenza che ha sempre caratterizzato la vostra storia familiare, non si finisce mai e la lista delle persone da inserire nella Preghiera si allunga di giorno in giorno. Certo questa è la realtà delle cose e opporsi non può certo cambiarle e probabilmente non accadono per caso, ma è la porta stretta dalla quale deve passare la nostra vita. Speriamo in tutto questo di “avvertire” la mano del Signore che ci invita a varcare la soglia della nostra paura, scomodo bagaglio di debolezza che ci appesantisce le spalle. Sto leggendo un libro (L’arte di ricominciare di Don Rosini) nella speranza che mi aiuti a dare un senso a tutto quello che ci accade e mi ha colpito il passo che dice: «prima di capire quello che va fatto, il nostro compito, dovremmo aver accettato la prima vocazione: vivere!». Si, vivo, sono qui con tutta la mia fragilità fisica e interiore, questa è la realtà, un dato di fatto non casuale ma che si svolge secondo il copione scritto da DIO e anche se spesso mi costa sangue e tristezza, non posso fare a meno di scorgere gli sprazzi di luce che rischiarano la mia vita, come quando si apre la finestra ed entra il sole nella stanza. Allora che sia proprio l’offerta della mia povera umanità così debole la preghiera più efficace per il bene della mia Famiglia e delle altre persone che amo? Nel Vangelo (Mt. 11,25-30) trovo la risposta: 

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».    

Vi abbraccio con Affetto immenso

Carlo


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💑 RETINA 💑 Briciole della nostra vita come grani di rosario che scorrono senza sosta tra le dita repentino il dolore s’affaccia profondo e nuovo seppur temuto ha squarciato le recinzioni del cuore gettato lontano la tenda divelta non ho altro che dieci grani e una croce per dare luce ai tuoi occhi tu, carne della mia carne, luce dei miei occhi lampada ai miei passi.                                                                                          Pubblicata in "Encìclopedia dei poeti Italiani Contemporanei" (2009)