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 📝 CARO AMICO TI SCRIVO...

Carissimo …,

lo so che non posso toglierti il peso e la sofferenza che stai sperimentando, tuttavia posso farmi sentire vicino a te e alla tua Famiglia ed è per questo che ho deciso di scriverti, anche se non so quali parole mi usciranno dalla mente e dal cuore. Gesù l’uomo dei dolori …ma anche noi, piccoli e imperfetti discepoli non abbiamo mica scherzato con questa vita! No, non ci sono sconti, è un dato di fatto che misteriosamente dobbiamo vivere fino in fondo quel che ci accade nell’incertezza di come andrà a finire… ed ogni volta mi sembra di ricevere la stessa risposta, quello schiaffo in faccia che fa male: «ti basta la mia grazia, la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Cor 12,9)Sono a metà di quel libro di Rosini (L’arte di ricominciare) che ho deciso di regalarti appena lo avrò finito e tra le varie cose che mi hanno colpito estraggo la seguente: «Per ricominciare questo è il primo spigolo contro cui sbattere: si parte dalle cose come sono e non come “dovrebbero essere”. Uno si trova in mano la realtà e l’unica strada intelligente è accoglierla.» Se ripenso a alla precarietà di tutte quelle situazioni che hanno attraversato anche inaspettatamente la mia vita, non posso fare altro che concludere che non abbiamo altra scelta se non quella di smettere di ribellarsi alla realtà e credere che niente avviene per caso, a meno che il caso non lo si identifichi con DIO (come diceva Carlo Carretto). Certo non è facile in certe situazioni entrare nella propria stanza del silenzio ed iniziare un dialogo con chi non puoi vedere, sembra di essere scemi anche a noi stessi, tuttavia io ci provo lo stesso a raccontargli la mia vita, seguendo il Suo invito «venite a me voi che siete stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro» (Mt.11, 28,30). Può DIO fare una promessa e dimenticarsela...oppure non mantenerla? Allora lo invoco, a volte anche incazzato come fa un figlio con il Padre, non ci rinuncio e non vado altrove. Quando dovevo affrontare l’intervento al cuore mi è venuto da pensare “Può DIO avermi donato una famiglia e togliermi prematuramente ad essa o restituirmi ai miei cari invalido?” E se DIO mi stesse chiedendo di accettare che non posso cambiare le cose (il limite dell’essere figlio) e di fidarmi al buio di LUI?  La vita si dipana verso l’incontro con LUI ed è un dato di fatto che alla nostra età (anche se sei più giovane di me) i 2/3 della stessa sono trascorsi, comunque se guardiamo indietro  abbiamo ricevuto tanto di cui essergli grati. Ci ha chiamati alla Vita, siamo stati amati dai Genitori, ha pensato per noi una persona per condividere l’esistenza, ci ha donato dei figli, niente di scontato in tutto questo ma una cosa è certa…  non ce l’ha mai messo in tasca!!! Di fronte alla sofferenza degli altri spesso mi sono chiesto “Chi sono io per aver la pretesa di alleviare la loro sofferenza? Cosa posso fare di concreto perché le mie non suonino come parole vuote?” Non ho ceduto alla subdola tentazione che mi sussurrava di “non fare niente così non urterai la sensibilità di chi soffre…” e devo ringraziare la lettura di quel libro  nel quale si afferma che l’intento del diavolo non è quello di farti fare il male ma di impedirti di fare il bene e allora ho pensato che siccome ti voglio bene, lo scriverti e farti sapere che ti sono vicino insieme alla mia Famiglia nella preghiera, è di fatto quello che mi è chiesto di fare e sono convinto che possa aiutarvi ad affrontare  la sfida dei giorni che verranno. Parlo per me sia chiaro, nelle prove della vita quando la sofferenza ti morde ai fianchi come un cane arrabbiato, ho trovato consolazione di fronte al Santissimo o nella solitudine della mia casa ed ho pianto finché non si è sciolto il nodo alla gola e finite le lacrime ho misteriosamente sentito che «… tu sei prezioso ai miei occhi...Non temere, perché io sono con te» (Isaia 43). Amico mio non è facile crederci ma LUI ci ama davvero! Ti voglio bene.

Carlo

 

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