Natale 1997
Nel decimo Natale del nostro Matrimonio dedichiamo questa lettera ad Alice e Cecilia, ai due Angeli Custodi della nostra Famiglia, ai nostri Genitori qui e in Cielo, ai nostri Fratelli, a Don GIUSEPPE, ai nostri Sacerdoti e Testimoni di nozze, ai nostri Amici. Se è ormai noto che sono io quello che scrive è altresì indubitabile che il contenuto dei messaggi che Vi abbiamo sempre inviato è supervisionato da Patrizia che, come me, crede nella necessità di "partecipare agli altri" la propria esperienza, quale strumento per condividere la strada che ci conduce incontro a GESU'. Innanzi tutto Vi ringraziamo per la "presenza viva" che ci ha sempre accompagnato sia nei momenti di sofferenza che in quelli gioiosi. Amicizia, la Vostra, che ha contribuito a far crescere la nostra Famiglia. Oggi come allora confermiamo che a tutti Voi appartiene un frammento della nostra felicità. DIO è sempre stato generoso con noi. In questi anni ha misericordiosamente rischiarato l'ombra delle Morti vissute con la luce intensa delle Vite che ci ha donato. Abbiamo sofferto e accettato, DIO sa quanto sia stato difficile, la duplice esperienza di una Vita appena concepita e subito sfumata. Riconosciamo i nostri limiti, la concreta difficoltà di "lasciarsi fare da LUI". Tuttavia siamo consapevoli che a fronte della nostra debolezza, GESU' manifesta la Sua potenza...a noi l'umiltà ed il coraggio di accettare quello che siamo ed offrirlo come modesto contributo per la "costruzione del Regno". Prendiamo spunto da un pensiero di Madre Teresa, la cui morte ci esorta ancor di più a riflettere sul rapporto tra Vita e Vocazione, sul grado di coerenza tra le scelte e la missione che il SIGNORE ci ha affidato. "Quando si accetta si diventa sicuri. Può essere come una morte sai. La certezza viene appena ci si abbandona. Allora viene la certezza perché DIO non può ingannarci. E' il suo lavoro, non il nostro. Però dobbiamo prima abbandonarci, perché DIO non si impone a nessuno, e poi lasciargli fare ciò che vuole. Ci vuole l'abbandono per avere la certezza." Abbandonarsi dunque a cosa?.. al canto, alla lode, alla GIOIA, perché questo è il segno che ci distingue nel mondo! E che dire allora di quelle giornate dove la GIOIA è assopita sotto la cenere della nostra fatica? Di fronte al Presepe di quest'anno, il più bello che abbiamo realizzato, ci scambieremo la promessa di annullare il reciproco debito di GIOIA che abbiamo come coniugi, come Genitori, come Fratelli.
PREGHIERA
SIGNORE Tu che sai amarla come io non so, Tu che sai proteggerla come io non posso fare, Tu che scruti il mio cuore e sai quanto vorrei essere per Lei luce perenne, strada pianeggiante, rifugio sempre sicuro ascolta il canto della mia preghiera che dal profondo dell’anima sale alle mie labbra: “io te l’affido, SIGNORE, in ogni Suo respiro, in ogni andare perché con Te io sia con Lei sempre”.
Commenti
Posta un commento